SPERONE (Bianca Bianco-Il Mattino)- Il caso del cavalcavia numero 22 è vicino alla svolta. E’ servita la sensibilità mostrata sul tema dal prefetto di Avellino Maria Tirone per sbloccare una situazione che minacciava di trasformarsi in problema di ordine pubblico. La rappresentante del Governo in Irpinia ha messo in campo accortezza istituzionale e concretezza, ha riunito intorno ad un tavolo tutte le parti coinvolte (Autostrade, la polizia stradale, Confindustria ed il sindaco di Sperone Marco Alaia) e chiesto con fermezza una soluzione se non immediata almeno celere. In questo modo, toccando le corde del dialogo, è riuscita di fatti a strappare un impegno da parte di Autostrade per l’Italia: la società entro quindici giorni dovrebbe, stando a quanto emerso dal summit, presentarsi con un progetto che consenta di risolvere il problema e riaprire il cavalcavia. Sta ad Autostrade decidere quali saranno i contenuti specifici di questo progetto. E’ questo, in sintesi, il risultato della riunione interistituzionale richiesta dalla Prefettura irpina anche a seguito della lettera inviata dai due parlamentari del Partito democratico Massimiliano Manfredi ed Assunta Tartaglione. Nella missiva, estremo tentativo di sollecitare la soluzione di una vicenda giudiziaria e burocratica che va avanti dallo scorso 5 giugno, i deputati si rivolgevano al nuovo prefetto di Avellino per chiedere attenzione su una situazione esplosiva. Il cavalcavia numero 22 che sovrasta l’auostrada A16 è stato chiuso insieme al cavalcavia numero 20 cento giorni fa su ordine della Procura perché a rischio crollo secondo una perizia disposta dalla magistratura irpina. Essendo l’unica via di accesso alla zona industriale, la sua interdizione ai mezzi meccanici ha causato l’isolamento di due aziende, 98 agricoltori e due famiglie che risiedono al di là del ponte. Una condizione che, col passare delle settimane, si è trasformata in una bomba ad orologeria. I contadini hanno perso parte del raccolto di nocciole per l’impossibilità di raggiungere coi trattori i loro terreni ed ora attendono la raccolta delle noci con la stessa preoccupazione degli scorsi mesi. L’azienda Euronut che conta 25 dipendenti e commercializza in tutto il mondo ha subito un brusco arresto nella produzione ed ha paventato più volte il rischio di cassa integrazione per i suoi lavoratori. Le famiglie isolate fanno i conti quotidianamente con il disagio di dovere effettuare più di un chilometro a piedi ogni giorno, con ogni condizione climatica. Una vicenda ai limiti del grottesco che rischia di trasformarsi in problema di ordine pubblico. Ieri mattina in Prefettura si sono confrontati dinanzi al prefetto Tirone il dirigente del sesto tronco- Cassino di Autostrade, il sindaco Alaia e Giacinto Maioli per Confindustria. Un dialogo senza tensioni, coordinato dalla rappresentante dell’ufficio territoriale del Governo che ha invitato tutti alla massima collaborazione sia per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico che per evitare ulteriore danni. Al termine del summit bocche cucite di tutti gli interlocutori per rispetto istituzionale verso il prefetto, ma tutti si sono dichiarati soddisfatti dell’esito. Un nuovo importante passo verso la soluzione.