TUFINO (Nello Lauro – Il mattino)  Stanchi e spaesati, addosso solo una tuta, ma ancora col coraggio di sorridere alla vita. Con il loro carico di storie e drammi, quarantotto migranti sono sbarcati domenica dall’ennesimo barcone della speranza nel porto di Napoli. Sfuggiti alla guerra, alla fame e poi alla morte in mare,  sono stati dirottati dalla prefettura di Napoli in una palazzina verde a due piani lungo la Nazionale delle Puglie, nella minuscola frazione di Schiava di Tufino. In quella che un tempo era una casa per gli anziani, una proprietĂ privata, oggi la cooperativa sociale “Il Mondo che vorrei” gestisce un centro di prima accoglienza per richiedenti asilo politico. Una sistemazione temporanea per gli ospiti che poi saranno trasferiti in uno Sprar (centro di seconda accoglienza). Nel frattempo, trentotto uomini e dieci donne tra i venti ed i trenta anni ed un bambino di quattro provenienti da Costa d’Avorio, Senegal, Nigeria, Guinea e Mali, occupano le stanze della palazzina verde accuditi dai 10 collaboratori della cooperativa. Le loro giornate trascorrono tra programmi della tv francese (l’unica lingua che parlano insieme all’inglese) e i racconti delle loro difficili storie ad uno psicologo che li segue sin dal primo giorno. Finora non sono mai usciti dal palazzo verde, ma presto, assicurano il gestore della cooperativa Luciano e il figlio Pasquale Borrelli,  “avranno un impegno quotidiano che li distolga dalle esperienze negative: si occuperanno della grande area antistante la casa di accoglienza, un giardino di 3mila metri quadrati da rimettere a nuovo”. E c’è anche l’idea di coinvolgerli in lavori utili per il Comune di Tufino. “Per ora guardano la tv, cercano di imparare l’italiano- dice Pasquale Borrelli-. Sono bravi ragazzi con storie complicate. Vorremmo che chi ha diffidenze venisse a conoscerli ed a parlare con loro, le nostre porte sono sempre aperte”. Il sindaco di Tufino Carlo Ferone, eletto lo scorso 11 giugno, si è ritrovato a gestire questa situazione appena in Comune: “Non sapevamo nulla- afferma- Stiamo effettuando tutte le necessarie verifiche con ufficio tecnico ed asl perchĂ© vogliamo siano rispettati tutti i requisiti previsti. Da parte nostra c’è disponibilitĂ e solidarietĂ ma va verificato che vi siano le condizioni per la permanenza in quello stabile di un numero così alto di persone”. Qualcuno in paese,  e soprattutto la piccola frazione che su un lato è Tufino e sull’altro è Casamarciano, ha accolto con diffidenza l’arrivo dei residenti temporanei venuti da tanto lontano, ma il clima prevalente è di accoglienza come conferma Onofrio Petillo, ex assessore, oggi attivista di “Lista civica per Tufino”. Petillo e il neo consigliere comunale eletto Nicola Di Mauro hanno visitato la cooperativa e conosciuto i migranti: “Dobbiamo mostrare vicinanza a queste persone scampate alla morte alla ricerca di una vita migliore e non alimentare paure e xenofobia. Ai tufinesi abbiamo chiesto di dare una mano e la risposta è stata positiva”.