SPERONE (Bianca Bianco- Il Mattino)- Cavalcavia dissequestrati ma solo per consentire la campagna di indagini sulla loro stabilità. Prove che, in caso di esito positivo, potranno determinare il ripristino della viabilità. L’ordinanza è stata notificata ieri ai diretti interessati (tra i quali i dirigenti di Autostrade per l’Italia) ed è in questo modo che il Tribunale di Avellino e la Procura, che lo scorso cinque giugno hanno disposto il sequestro dei ponti numero 20 e numero 22 della A16 per il rischio di cedimento e crollo, vengono incontro anche alle richieste degli imprenditori e degli agricoltori che da quel giorno vivono una situazione paradossale. A causa infatti della completa chiusura del cavalcavia 22, che conduce alla zona industriale di Sperone, i mezzi (dai trattori ai camion) non possono raggiungere le aziende con grave danno per le attività imprenditoriali. A sollevare il caso è stato l’amministratore delegato di Euronut Spa Domenico Manganelli, azienda che opera proprio in quell’area, che ha lanciato un appello alle autorità per la rapida risoluzione di una situazione che potrebbe danneggiare la produzione e di conseguenza mettere i suoi operai a rischio cassa integrazione. Soluzione che è parzialmente arrivata con il provvedimento firmato ieri che dispone la riapertura temporanea dei due cavalcavia della autostrada Napoli- Canosa per dar modo di effettuare le prove per il ripristino della viabilità; è consentito l’attraversamento pedonale ma è inibito ancora il passaggio dei mezzi industriali e dei trattori. Grazie a questo atto si potranno ora cominciare i primi lavori finalizzati alla completa riapertura dei due ponti che, stando alla perizia della procura di Avellino, presentano gravi carenze che ne compromettono la stabilità. Solo dopo queste opere necessarie, che dovrebbero concludersi prima del raccolto delle nocciole tra agosto e settembre per non rovinare ulteriormente le attività agricole, potranno essere riaperti alla circolazione veicolare. Intanto il Comune ha incontrato le aziende danneggiate dal sequestro nel corso di un summit alla presenza di Andrea Prota, docente della facoltà di Ingegneria della Federico II: “Abbiamo spiegato la situazione agli imprenditori- afferma Alaia- e ne abbiamo raccolto le lamentele. In attesa della decisione del Riesame sulla nostra istanza di completo dissequestro, chiediamo una riapertura almeno parziale per i mezzi dei contadini e quelli non pesanti”. Alla riunione era presente anche Giovanni Pecchia dell’Unione contadini italiani che ha rappresentato i disagi che stanno vivendo i numerosi agricoltori della zona mentre Manganelli di Euronut ha ribadito: “Bisogna intervenire con celerità per risolvere una situazione difficile. E’ comunque un bene questa attenzione nei confronti della nostra condizione, queste sono le basi per discutere anche delle opere necessarie per la riqualificazione dell’area industriale di Sperone”.