CICCIANO- “Il presidente del Consiglio comunale di Cicciano ha decretato la morte dello stato di diritto”. Continua la polemica su quanto avvenuto nel corso dell’ultimo consiglio comunale quando il presidente dell’assemblea ha dichiarato sciolta la seduta per mancanza di numero legale nonostante la presenza di sette consiglieri di minoranza più la stessa De Riggi. Una polemica che sembrava terminata con le affermazioni della presidente che si è scusata ammettendo di avere interpretato male il regolamento. Ora Giovanni ed Aniello Capolongo attaccano: “Da quando è stata eletta all’unanimità ha decretato la morte dello stato di diritto” e mostrato “spregio nei confronti delle norme giuridiche, degli articoli statutari e dei regolamenti che governano il rapporto democratico tra maggioranza e opposizione consiliare, privando delle proprie prerogative i consiglieri comunali”. De Riggi, dichiarano i due esponenti della minoranza avrebbe messo in scena “una serie di atti in una sorta di lunga farsa, grazie alla quale ha inteso impedire l’espletamento del mandato elettorale ed in particolare la fondamentale funzione di controllo di gestione, culminato con la violenza istituzionale con cui ha dichiarato una seduta di consiglio comunale valida a tutti gli effetti, non valida, nonostante il parere contrario del segretario comunale e ancora, peggio, impedendo la celebrazione del consiglio comunale per il giorno 31maggio non presentandosi, come invece accaduto in altre occasioni”. Siamo sicuri, concludono “che gli organi dello Stato interverranno al fine di non consentire l’uso distorto del potere da parte di un presidente del consiglio, di un sindaco e di una amministrazione che sembra non riconoscere alcun limite derivante dall’osservanza delle leggi. In qualsiasi altro contesto il presidente del consiglio si dimetterebbe”.