SAN VITALIANO. (Nello Lauro Il Mattino) – Aria (irrespirabile) di casa mia. La cappa di smog non è una fantasia ma un manto visibile che copre le città di questa parte di Campania Infelix. I freddi dati numerici Arpac sono sempre più impietosi: anche il 31 marzo le centraline hanno superato ancora una volta i limiti consentiti dai parametri che prevedono una concentrazione non superiore ai 50 microgrammi per metro cubo al giorno. Barriera sfondata a Pomigliano (74), Casoria (59), Acerra (57 in città, 52 nella zona industriale) e nella “solita” San Vitaliano (55). “Fuorilegge” anche i dati di Salerno (74) e Nocera Inferiore (53): mentre è stato raggiunto il limite massimo (50) a Maddaloni e Napoli. Pessima la situazione anche nelle aree a ridosso degli impianti Stir (dati del 30 marzo): sforamenti ad Acerra (56), Giugliano (54), Caivano (53). Cattive notizie anche nelle zone degli impianti di Santa Maria Capua Vetere (55) e al limite massimo l’irpino Pianodardine (50): Benevento a parte, l’intera regione è asfissiata dallo smog. E le istituzioni che dovrebbero rispondere con misure drastiche per limitare il livello di inquinamento, per ora, non hanno ancora adottato alcun provvedimento previsto dai protocolli. San Vitaliano sale a 44 sforamenti, Volla a 37 e anche Acerra (termovalorizzatore) e Pomigliano, arrivate a 33, si apprestano a superare il limite dei 35 sforamenti delle polveri sottili consentiti all’anno, più staccate ma in crescita anche Acerra centro e Casoria (26). Un quadro della disperazione ambientale che vede per ora ferme le istituzioni che non hanno ancora attivato alcuna procedura per limitare i danni. Oltre alla fiera delle intenzioni, poco è stato fatto. Nell’area nolana si registra una concentrazione media giornaliera di polveri sottili (pm10) quasi il doppio di quella massima consentita dalla legge e il quadruplo di quella ammessa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “A gennaio abbiamo scritto una lettera a 24 comuni dell’area per denunciare l’allarmante inquinamento dell’aria e chiedere l’applicazione delle misure previste dal Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria – dice Annibale Napolitano del circolo Legambiente di Nola – ma nulla è cambiato”. “Siamo preoccupati sempre di più perché i dati fanno pensare al peggio: siamo inerti davanti a quello che sta succedendo – aggiunge – e nessuna delle nostre proposte, come la limitazione del traffico veicolare e dei mezzi pesanti, la riduzione del riscaldamento di edifici pubblici e privati, il divieto di utilizzo di caminetti e di generatori di calore alimentati a biomassa, il divieto assoluto di combustione all’aperto, il divieto generalizzato per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso, è stata adottata”. Tra le varie proposte degli ambientalisti un piano traffico intercomunale con ampie aree a “zona traffico limitato”, l’incremento di aree verdi pubbliche con piante assorbenti polveri sottili. Ma è al momento solo teoria. E ora comincia anche il pericoloso periodo dei roghi agricoli. Fumo e fumi: tira proprio una brutta aria.