CIMITILE- “Pasquale Sommese, in qualità di assessore regionale pro tempore ai beni culturali della Campania, per il tramite di Antonello Sommese, suo stretto collaboratore, designava, prima ancora della indizione della gara relativa all’opera la ditta Bretto opere stradali come aggiudicataria dell’incanto. Come prezzo per tale attività Antonello e Pasquale Sommese ricevevano da Antonio Bretto la somma di 50.000 euro per orientare” la gara. E’ quanto scrivono i magistrati nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 69 persone tra cui l’ex assessore regionale di Cimitile Pasquale Sommese.Era il marzo del 2015, ed a Cerreto Sannita viene indetta la gara per il restauro della Torre medievale, progetto finanziato con fondi europei. Anche per i lavori al Museo di Alife, si legge nell’ordinanza, al consigliere regionale di Ncd sarebbe andata una somma “di denaro non quantificata” e per i padiglioni 7 ed 8 della Mostra d’Oltremare (destinati al museo archeologico di Napoli) “emerge che gli accordi vengono presi direttamente dalle imprese con i Sommese”.  Una turbativa d’asta coinvolge l’ex assessore anche per la realizzazione di una mostra evento a Riardo, nel Casertano, dove avrebbe chiesto, si legge nell’ordinanza, “la designazione di Klaus Davi come partecipe al progetto in qualità di esperto di comunicazione mediatica” (il giornalista non è indagato). Secondo i pm dunque Sommese, disponendo dei fondi per eventi e lavori, avrebbe promesso i finanziamenti in cambio di voti e, si legge nell’ordinanza, denaro.  “Pasquale Sommese –dice ai magistrati la grande accusatrice Loredana Di Giovanni- chiedeva sostegno elettorale a noi ed ai comuni le cui opere venivano da lui finanziate. Tale sostegno era poi in concreto fornito con dei voti (che il sindaco di quel Comune garantiva al candidato Sommese). A capo dello staff di Pasquale Sommese vi era un suo parente, Antonello Sommese il quale interagiva sistematicamente con noi a nome dell’assessore”.