NOLA- Volti e corpi diventati ormai conosciuti. Tristemente conosciuti. Le prostitute di piazza D’Armi a Nola sono ormai parte della variegata e disperata “fauna” locale. Donne di ogni etnia che sfilano lungo i marciapiedi del centro della città in abiti succinti esibendo l’unica mercanzia che hanno, le loro forme (a volte giovani, a volte mature). Si offrono ai clienti ad ogni ora del giorno e della notte, incuranti del via vai di auto. E anche il mondo che gira intorno sembra non curarsi di loro. Sono le prostitute del “campo”, piaga di degrado sociale e non solo morale, che lavorano a due passi dal Duomo e dal Municipio come se vivessero in una bolla di povertà e disagio che azzera anche il senso comune di dignità e decoro. Esistono ma nessuno, guardandole, sembra vederle davvero. Le meretrici di piazza D’Armi e piazzetta dell’Immacolata praticano il mestiere più antico del mondo alla luce del giorno, e sotto la luce del sole consumano i loro rapidi e scontati servizi al cliente di turno, appartati (si fa per dire) in auto in sosta nello sconfinato e degradato “campo”. Una vergogna sotto gli occhi di tutti, dai cittadini alle istituzioni. Una vergogna che però non trova sinora freno. E il sesso all’ombra dei simboli della città (la caserma, il duomo, il comune) diventa cosa ‘normale’. Normalità agghiacciante ed accettata (ma non da chi in quella zona vive). Le donne del centro storico di Nola sono carne da macello. Ma nessuno sembra curarsene.