CICCIANO- Scontro frontale tra Nicola Dell’Anno e Raffaele Arvonio. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale l’ex assessore al Bilancio revocato da Arvonio ha avuto parole al fiele per il primo cittadino. Dalla vicenda cimitero sino al caso delle deleghe ritirate, Dell’Anno non ha risparmiato strali.
IL CASO CIMITERO- In primo piano la vicenda legata al cimitero comunale. Lavori di riqualificazione e privatizzazione prima deliberati in giunta poi revocati dopo le proteste di cittadini ed opposizione, ed ora il ricorso al tar con richiesta di maxi risarcimento danni al Comune da parte della ditta che aveva presentato il progetto. Una questione spinosa dibattuta anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Nicola Dell’Anno ha attaccato il sindaco: “Noi, dal primo momento, abbiamo osteggiato quest’atto. Le abbiamo chiesto di non approvarlo, le abbiamo mostrato le criticità, le ripercussioni in termini di aumenti per i nostri cittadini e paventato anche la possibilità di eventuali ricorsi. Bastava non portare avanti la delibera e iniziare un nuovo percorso, più ragionato e che tutelasse i nostri cittadini. Lei, invece, ha voluto, e non riesco a capire il perché, continuare con quest’atto”. Poi ha concluso::”Perché ha firmato la delibera financing pur sapendo che avrebbe potuto portare ad un ricorso? Perché in varie occasioni ha sempre affermato che l’eventuale revoca non avrebbe avuto ripercussioni? Perché quelle azioni e motivazioni confuse? Che fine ha fatto l’emergenza? Col senno di poi perché non ci ha ascoltato? Chi le consigliava diversamente? Qualcuno la ricattava?”. Sul punto Arvonio ha affermato: “Nessun danno a carico del Comune. Ricorrere al Tar per la richiesta di un risarcimento non significa per forza “avere” il risarcimento. Dalla dichiarazione di pubblico interesse della proposta del promotore privato non deriva alcun vincolo per l’amministrazione di affidare la concessione. Nessun indennizzo potrà essere riconosciuto al privato promotore se non all’esito della procedura di gare per l’affidamento della concessione. In merito c’è una consolidata giurisprudenza che va in tale direzione”.
LE DELEGHE RITIRATE- Dell’Anno ha richiamato anche i contrasti che hanno portato alla revoca delle sue deleghe ed alla “ribellione” sua , di Pizza ed Ardolino :“La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’allontanamento dalla maggioranza con parole menzognere sul nostro conto. Parole di cui la vorrei ringraziare, perché se non obbedire ai suoi ordini o a qualche suo amico, se respingere un atto che andava a favorire i profitti di una ditta privata (qualunque essa sia), a spese dei nostri cittadini, ebbene se questo è uno dei motivi per essere definiti obsoleti e ricattatori, ne sono orgoglioso, ne siamo orgogliosi”.
IL RICATTO- “Non ho mai chiesto un assessorato o una delega- ha poi affermato Dell’Anno- Quella che ho esercitato mi è stata data per sfruttare la mia conoscenza e professionalità in materia. Bastava che lei o qualcun altro per lei me lo avesse chiesto e io avrei ceduto volentieri la delega stessa, confidando nelle vostre immense capacità. Accusare me di essere attaccato alla poltrona è assurdo, io che mi sono dimesso. Ricatti, quando usa questa parola mi fa sorridere. Quali ricatti? Io Pizza e Ardolino l’abbiamo ricattata? I ricatti, caro sindaco, non vengono da noi e lo sa benissimo. I ricatti li fanno altre persone. Persone a cui lei non può toccare le deleghe. Su questo fa silenzio perché le conviene. Infanga, però, persone oneste. Al cambio della giunta le chiesi il perché non avesse cambiato le deleghe alle singole persone. Non mi ha risposto. Personalmente ero ben accetto a cedere la mia”.