VICO EQUENSE – Ancora una odiosa truffa ad anziana perseguita dai carabinieri. I militari della stazione di Vico Equense hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura. Arrestato Umberto De Rosa, 59enne di Casavatore per truffa pluriaggravata ai danni di una 79enne di Vico Equense. Le indagini hanno avuto inizio il 22 gennaio 2016, quando la donna si era presentata in caserma dicendo di essere stata raggirata e truffata di 500 euro nella sua casa di Vico Equense. Uno sconosciuto le aveva bussato alla porta asserendo di cercare il nipote (che fa l’amministratore di condominio) perchè gli doveva dare una busta contenente un vaglia di 3.000 euro. Alla presenza della sorella con la quale convive lo aveva invitato a cercarlo nella sua casa poco distante ma il malfattore, dopo aver fatto finta, era tornato dicendo che non riusciva a trovarlo e chiedendole il numero di telefonino. Avuto il numero del nipote il malfattore aveva fatto finta di telefonare:- Pronto. Casa B…? L… la busta la lascio a tua zia? Ok? Si. Ciao. Dopo la falsa conversazione ha dato la busta alla donna e lei ha dovuto corrispondere 498 euro per la consegna. La signora ha preso 500 euro in banconote da 50 e li ha dati. Il malfattore le ha chiesto se i 2 euro di differenza poteva tenerseli per un caffè. Dal balcone di casa l’ha visto andar via su un’auto grande di colore scuro parcheggiata vicino al cancello d’ingresso. Con una busta da lettere bianca in mano che il soggetto le aveva raccomandato di non aprire e di consegnare intatta la donna ha aspettato un po’; poi ha telefonato al nipote, che le ha detto che non aveva parlato con nessuno e non ne sapeva nulla, si è precipitato a casa sua, ha aperto la busta. Conteneva un avviso di giacenza generico… Ricevuta in caserma dal Comandante della locale Stazione la signora è stata rassicurata che la Giustizia avrebbe fatto il suo corso. Il clima di fiducia che si è subito instaurato è stato utile a tranquillizzarla e a suscitarle ricordi su vettura, corporatura, tipo di abbigliamento e fattezze somatiche del truffatore. Elementi precisissimi, che uniti a immagini prese da impianti di videosorveglianza sul tragitto verso casa della donna sono stati fondamentali per restringere la cerchia dei probabili autori e poterle mostrarle in visione un album con le foto dei sospettati. Lei e la sorella nel corso di individuazione fotografica hanno riconosciuto senza ombra di dubbio De Rosa.