NOLA- Il duemilasedici che ci siamo appena lasciati alle spalle può essere considerato, per le amministrazioni del Nolano, un vero e proprio “annus horribilis”. Tra scioglimenti anticipati, autosospensioni, sfiducie e rimpasti”punitivi”, più della metà dei Municipi dell’Agro  ha registrato scosse sussultorie se non vero e propri terremoti che hanno azzerato i Consigli comunali. Come accaduto a Tufino dove lo scorso 14 dicembre una sentenza del Consiglio di Stato ha decretato lo scioglimento anticipato del civico consesso per presunte gravi irregolarità compiute nella sezione 1 e nella sezione 3 quando si andò al voto il 31 maggio 2015. A casa, dunque, il sindaco Francesco Tommaso Esposito con la sua giunta, in attesa delle elezioni di primavera-estate. Movimenti sussultori anche nella vicina Cicciano dove l’addio anticipato del primo cittadino Raffaele Arvonio si è sfiorato nella seduta consiliare del 21 dicembre quando otto consiglieri hanno presentato la mozione di sfiducia respinta grazie al voto di Lucio Amato. Arvonio conta però oggi una maggioranza risicata che si poggia su 7 consiglieri di maggioranza più Amato. Piccole scosse di assestamento a Comiziano, dove la maggioranza di Paolino Napolitano resta salda alla guida del paese ma con le richieste di quattro consiglieri di maggioranza che, pur confermando l’appoggio al sindaco, chiedono una accelerazione nella realizzazione dei programmi. Ben diversa e ben più complicata la situazione a Camposano che da giugno è guidata dal sindaco Francesco Barbato. L’ex parlamentare nella vita gestisce una agenzia assicurativa a cui, di recente, la compagnia Allianz ha revocato il mandato. Messo alla gogna dalla minoranza, il primo cittadino nell’ultima assise ha annunciato di essersi “auto-sospeso” in attesa di fare chiarezza, quindi al momento a reggere le sorti della Casa comunale è la sua vice Tina Spampanato. Una vicenda simile a quella accaduta a Milano, il cui sindaco Beppe Sala si è autosospeso perché indagato salvo però rientrare cinque giorni dopo la sospensione. Cosa accadrà invece nel caso di Barbato? Lo scopriremo solo aspettando. E solo aspettando (due anni) i cittadini di Nola hanno scoperto chi sarebbe diventato il terzo assessore donna della giunta di Geremia Biancardi. In base alla legge,  Biancardi doveva aggiungere un componente donna al suo esecutivo ma ha atteso due anni e oltre per nominarlo, in ragione di frizioni interne e dissidi. Alla fine ha nominato Lucianna Napolitano Bruscino, che altri non è che la moglie dell’assessore sacrificato sull’altare della parità di genere ovvero Roberto De Luca. Prima della Bruscino, ci aveva pensato il commissario ad acta messo dal difensore  civico che nominò d’ufficio assessore Marilena De Simone che, come richiesto da un bando presentato per ricercare l’assessore donna, aveva presentato il curriculum e sostenuto un colloquio. Una situazione kafkiana conclusa con un  colpo di teatro (esce il marito, entra la moglie) tra le polemiche della minoranza. Archiviato il caso Nola,a destabilizzare gli equilibri delle giunte locali ci ha pensato Cimitile dove il sindaco De Palma ha “punito” quattro membri della maggioranza assenti in Consiglio revocando loro le deleghe principali  “degradandoli” da assessori a consiglieri con deleghe e procedendo ad un rimpasto. Una situazione che però è ancora in via di definizione, potrebbero non mancare prossime novità . Mentre le novità sono belle che consumate nella piccola Visciano: qui il sindaco Gambardella guida una maggioranza che non esiste più dopo l’uscita di Luca Soviero e Giovanni Trinchese. Il gioco si fa duro per il sindaco in vista delle prossime elezioni, sempre più vicine e sempre più attese.