L’arrivo del 2017 cancellerà un appuntamento tradizionale per molti italiani: il 31 dicembre sarà trasmesso infatti per l’ultima volta dalla sede Rai di Torino il Segnale orario Rai Codificato (SRC), cioè il caratteristico trillo che precede l’annuncio dell’ora esatta. Dopo 37 anni la ricezione e la distribuzione del segnale, generato e inviato ogni minuto dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM), riferimento in Italia per tutte le misure, viene dunque sospesa. Il motivo: con l’avvento delle trasmissioni digitali, che possono avere ritardi anche di alcuni secondi, il segnale radiotrasmesso non è più idoneo a garantire un’accurata “scansione” del tempo.
Nel 1945 nasce il segnale orario
Termina insomma una collaborazione iniziata circa 70 anni fa. Se il Segnale orario Rai Codificato è del 1979, risale infatti al 1945 la prima generazione di segnali orari per l’emittenza radiotelevisiva italiana.
L’avvento del Segnale codificato
Il Segnale orario Rai Codificato nasce dunque nel 1979. Nel 2014 l’INRIM e la Rai hanno celebrato i 35 anni del Segnale in occasione del concorso internazionale Prix Italia, che a settembre di ogni anno premia i migliori programmi televisivi, radiofonici e web.
Un trillo denso di informazioni
“Il noto trillo – spiega Patrizia Tavella, responsabile del Laboratorio INRIM da cui viene emesso il segnale – è in realtà un codice che, in corrispondenza del secondo 52, comunica ora, minuto, secondo, mese, giorno del mese, giorno della settimana ed anche se è in vigore l’ora solare o l’ora estiva. Dal 1994 il segnale è diventato ancora più ricco d’informazioni grazie all’aggiunta di una seconda porzione di codice che, a partire dal secondo 53, indica l’anno, avvisa se è prossimo il passaggio all’ora solare o all’ora estiva e segnala l’eventuale introduzione nell’anno in corso di un secondo intercalare. Questo aggiustamento temporale, in inglese leap second, è lo stratagemma con cui si mantiene in accordo la scala di tempo realizzata oggi per mezzo degli orologi atomici con il tempo legato alla rotazione terrestre, molto più impreciso e soggetto a ogni tipo di variazione”. Tutte informazioni che con il nuovo anno il digitale manderà definitivamente in pensione.