NOLA- Corse clandestine con i cavalli, quattro condanne nel processo incardinato dinanzi il Tribunale di Napoli. Le condanne riguardano quattro promotori di gare tra cavalli che avvenivano proprio a Nola. Gli arresti, ordinati dalla Direzione antimafia, scattarono nel maggio 2015 ma i fatti accertati risalivano al 2012 ed emersero grazie alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia che raccontarono come gli animali venissero usati per corse nella zona Asi di Nola, su strada asfaltata. Ad un anno e mezzo dalla chiusura dell’inchiesta che portò a scoprire un giro di corse di cavalli (almeno dieci erano state organizzate), arriva la sentenza per Stefano De Luca., Pasquale Ferrara, Michele Monda., Luigi Sgambato., tutti condannati a quattro anni di reclusione ed al pagamento di 160mila euro di multa. I quattro sono stati condannati anche ad un risarcimento in solido di 20mila euro a favore dell’Ente Nazionale Protezione Animali, che nel procedimento giudiziario si era costituito parte civile con il proprio l’avvocato, Claudia Ricci. Per quanto concerne due degli imputati – Stefano De Luca e Luigi Sgambato  – il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli ha riconosciuto la pena accessoria dell’interdizione dei pubblici uffici pari a cinque anni per il primo, perpetua per il secondo. La condanna dei quattro è maturata nell’ambito del processo per associazione di stampo mafioso che ha visto imputate 27 persone e che si è celebrato con rito abbreviato presso il Tribunale di Napoli. Nello stesso filone di inchiesta sono coinvolte altre 12 persone, a giudizio con rito ordinario presso il Tribunale di Nola.
“Con una sentenza che, ne sono sicura, farĂ giurisprudenza, il Tribunale di Napoli ha inferto un colpo durissimo alle zoomafie e al fenomeno delle corse clandestine di cavalli che, soprattutto in alcune regioni del Sud, rappresenta una terribile piaga-commenta la presidente nazionale di Enpa Carla Rocchi- Finalmente si riesce non solo a rinviare a giudizio i criminali che le organizzano – prosegue Rocchi – ma, cosa ben piĂą importante, a condannarli con pene esemplari. Questi individui devono essere consapevoli che non possono piĂą agire con l’illusione dell’impunità ”.