NOLA- C’era anche Leandra in aula nell’ultima udienza contro il suo aggressore. La giovane e bella commercialista di Brusciano aggredita a Nola lo scorso novembre da Pasquale Rubino ha voluto esserci, nonostante il lungo e doloroso percorso riabilitativo che sta affrontando con coraggio da quella maledetta sera in cui divenne la vittima della follia del suo aggressore. Un caso che scosse la comunità nolana, una vicenda che, almeno dal punto di vista processuale, è alle battute finali e potrebbe concludersi, stando a quanto si prevede in questi casi, con l’assoluzione. Era la sera del 13 novembre scorso; Leandra Romano, una testa di riccioli che incornicia un bel volto da bambina, un giubbotto con le piume a proteggerla dal freddo, sta attraversando via Onorevole Napolitano per raggiungere la stazione della Circumvesuviana e tornare a Brusciano. Ha appena finito di lavorare, nessun presentimento della tragedia che la colpirà. Pasquale Rubino, 21 anni ed un vissuto difficile, un breve ricovero per Tso solo pochi giorni prima e problemi psichici che lo rendono una persona a rischio, la vede passare, forse la scambia per sua sorella e la aggredisce con un’ascia. Colpi su colpi, la lascia esanime a due passi da una pizzeria nel centro di Nola. Un’azione fulminea, registrata dagli sguardi atterriti di almeno 80 testimoni che non riescono a fermarlo ma prendono la targa della sua auto. Pasquale corre via, va a lavoro in un ristorante di Nola dove fa il lavapiatti, poco dopo viene arrestato ma nega nonostante l’ascia sia nella sua auto insieme alle piume del giubbotto di Leandra rimaste attaccate all’arma. Prove schiaccianti contro di lui che, dopo un primo periodo in una cella comune viene trasferito nel padiglione del Reparto psichiatrico del carcere di Secondigliano. La sua vittima, la giovane Leandra, sopravvive alla sua furia e viene trasferita in un centro riabilitativo di Telese, uno dei migliori del Sud Italia, dove inizia una lenta battaglia per riprendersi la sua vita. Una battaglia che, coraggiosa, Leandra vuole combattere anche in tribunale. Lo scorso 8 giugno era in aula. La difesa di Rubino ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato, agli atti è stata depositata una perizia psichiatrica che accerta la totale incapacità di intendere e di volere del ragazzo. Un esito contestato dalla parte civile che ha chiesto che vengano svolti ulteriori accertamenti, disposti dal giudice nella stessa udienza. Nelle prossime settimane Rubino sarà sottoposto a nuovi esami. Nel caso l’ulteriore perizia dovesse confermare l’esito della prima, ovvero la incapacità totale di intendere e volere al momento del fatto, sarebbe assolto. In questi casi, si dispongono comunque misure di sicurezza. Per la famiglia di Leandra, troppo poco.