mercoledì, Aprile 9, 2025
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Scandalo cimitero di Nola, ecco quanto intascavano gli impiegati

NOLA- Cosa è accaduto, per anni, nel cimitero di Nola pare il segreto di Pulcinella. Soldi e regalie elargite agli operai per trattamenti “di favore”, bustarelle consegnate da parenti di defunti per operazioni che invece sono regolamentate dal Comune stesso, con tariffe e modalità precise. Servizi ordinari fatti passare per attività extra da pagare con consistenti somme. A Nola da tempo, almeno dal 2009, nel camposanto cittadino vigeva un sistema parallelo conosciuto da tutti ma che solo pochi giorni fa è stato bloccato al culmine dell’inchiesta della procura e della polizia. Fino a quando non sono scattate le misure della Procura nei confronti dei quattro dipendenti che intascavano soldi extra per tumulazioni ed esumazioni, tutti sapevano ma nessuno denunciava lo stato di cose. E nello stesso Municipio cittadino- mettono nero su bianco gli inquirenti- le attività svolte dai quattro addetti al cimitero erano confusamente individuate, avvolte da una cortina di fumo come se quello che accadeva al cimitero accadesse in una realtà parallela. Su Marte. Nel cimitero nolano, in pratica, vigeva l’anarchia.

L’INCHIESTA- Le indagini della polizia e della procura hanno travolto quattro dipendenti, sottoposti a misura di divieto di dimora e obbligo di firma. Un quinto risulta invece solo indagato. Stando a quanto appurato dagli investigatori in circa dieci mesi di indagini, nel cimitero comunale i quattro addetti approfittavano della loro posizione strategica, perché ogni giorno a contatto con privati cittadini, per di più in momenti drammatici della loro vita, e potevano dunque lucrare per attività che invece competevano loro e per le quali già ricevevano lo stipendio.Emiddio Sicondolfi e Onofrio Aruta erano sorveglianti cimiteriali, addetti rispettivamente a esumazioni ed inumazioni e tumulazioni. Innocenzo Velotto era invece il necroforo, il becchino che si occupava della sepoltura dei cadaveri. Vincenzo Parisi ed il quinto indagato sono invece degli operai semplici. Le indagini sono partite nel giugno del 2015, dopo una ispezione della polizia nella sala mortuaria del cimitero che poi finisce sotto sequestro per alcune pesanti irregolarità. E’ da lì che parte tutto e che uno degli indagati, Parisi, decide di vuotare il sacco dando il via all’inchiesta che sarà ‘aiutata’ da intercettazioni ambientali e telefoniche. Parisi, che era stato trasferito al cimitero da poche settimane, racconta agli inquirenti: “I dipendenti comunali già addetti a quel luogo non gradivano la nostra presenza. Abbiamo appreso fatti e circostanze illecite concernenti le attività lavorative poste in essere da Velotto e Sicondofli rispetto alle attività di pulizia dei cadaveri riesumati” che avvenivano “previo pagamento di denaro da parte dei familiari dei defunti”. Il sistema è oliato e già organizzato, dunque quando arrivano i nuovi dipendenti vengono lasciati fuori dal cancello per evitare che interferiscano con la illegale routine. Dopo le dichiarazioni di Parisi, la procura decide di installare telecamere dentro e fuori la casupola del custode, l’area in cui gli addetti venivano a contatto con pompe funebri e familiari dei defunti. Una delle telecamere è stata anche manomessa, ma le indagini hanno comunque dato i loro frutti.

GLI EXTRA- Non esisteva un vero e proprio tariffario delle ‘mazzette’ da elargire agli addetti al cimitero per avere trattamenti di favore, ma la pratica condivisa e diffusa era quella di allungare biglietti da cento e più agli impiegati, come hanno confermato alcuni cittadini che hanno pagato per ottenere servizi. C’è per esempio l’uomo che deve far esumare le spoglie della madre, che corrisponde 100 euro per pagare “il bollettino” e poi 140 euro come “regalo” agli operai. C’è chi deve fare esumare il corpo del padre e paga 100 euro per il bollettino e altre 100 come regalo agli operai, somma poi lievitata a 130 euro.  “E’ fatto notorio in paese- spiega il cittadino ascoltato dalla polizia del commissariato di Nola- che se non si corrisponde un regalo a coloro che devono effettuare le operazioni di esumazione o altro, non si ha assistenza nelle operazioni”. La polizia ha interrogato anche altri parenti di defunti, che hanno confermato. Uno in particolare si vide richiedere 300 euro dai dipendenti “per espletare lavori extra e faticosi”, un’altra, che aveva chiesto l’esumazione del padre, ammette di avere dovuto pagare il “bollettino” di cento euro ed altri 30 per la “cassetta” dove sarebbero state riposte le ossa, un’altra ancora elargisce 100 euro in contanti per l’esumazione della nonna, una signora che ha appena sepolto il marito paga invece 250 euro per la tumulazione.

IL DANNO- Il danno procurato all’ente comunale, calcolano gli inquirenti, è ingente. Il Comune di Nola ha incassato, con riferimento al cimitero di Nola, “una cifra sensibilmente inferiore al dovuto, segno che il regolare pagamento degli oneri comunali era merce rara e che ciò avveniva perché i privati pagavano nelle mani degli addetti”. Un danno erariale per il Comune di centinaia di migliaia di euro.

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