AVELLA- Il Consiglio dei Ministri ha fissato la data del referendum per il 17 aprile 2016. Gli italiani dovranno decidere se abrogare una norma specifica per le trivellazioni petrolifere in mare. Nel particolare, “I cittadini saranno chiamati a esprimersi per evitare che i permessi già accordati entro le 12 miglia possano proseguire anche oltre la scadenza, per tutta la “durata della vita utile del giacimento”. Rimane fermo il limite delle 12 miglia marine, all’interno delle quali non sarà più possibile accordare permessi di ricerca o sfruttamento”. Altri due quesiti, uno relativo al piano delle aree e l’altro alla durata dei titoli in terraferma, potrebbero essere recuperati poiché dinanzi alla Corte Costituzionale pendono ancora due conflitti di attribuzione promossi dalle Regioni nei confronti del Parlamento e dell’Ufficio Centrale per il Referendum (Cassazione). Il Movimento 5 Stelle di Avella è promotore della campagna referendaria. “Per gli attivisti del M5S avellano- spiegano in una nota- il referendum è uno degli strumenti che si hanno a disposizione per risolvere il problema “petrolio”. Se ne parla pochissimo, alcun mezzo di informazione sta pubblicizzando il referendum. Eppure 60.000 persone si sono ritrovate per le strade di Lanciano il 23 maggio del 2015 e hanno manifestato la propria contrarietà alla realizzazione del progetto petrolifero “Ombrina mare” e, più in generale, alla politica seguita dal Governo Renzi in materia di energia. Non ne ha parlato quasi nessuno: quelle persone sono state quasi invisibili. Dopodichè si è lanciata la proposta del referendum ed il Governo si è mostrato nervoso al riguardo. Questo vuol dire che si sta andando nella giusta direzione. Di per sé è comunque un fatto politico ragguardevole, che non può essere ignorato. Come afferma il coordinatore nazionale, il costituzionalista Enzo di Salvatore “l’impegno del Coordinamento è sì ambientalista, ma non ha nulla di ideologico. Essere ambientalisti non vuol dire desiderare che ogni alberello sulla terra sia recintato, ma essere convinti che l’ambiente sia parte di un modello di sviluppo economico alternativo a quello imperante. Nel caso delle trivellazioni, è evidente che ci si trova spesso di fronte a interessi difficilmente conciliabili. Faccio un solo esempio: lo scorso autunno il Ministero dello sviluppo economico ha rilasciato un permesso di ricerca di idrocarburi denominato “Colle dei Nidi”. Detto permesso interessa un’area del territorio della provincia di Teramo nota per la produzione del Montepulciano d’Abruzzo. Compito del comitato avellano è dare massima divulgazione al quesito referendario. È previsto per il mese di marzo un convegno sul tema referendario con la presenza di promotori “No Triv” nazionali, regionali e professori universitari. Tutti i cittadini, le associazioni e le Istituzioni del Baianese, sensibili all’argomento, sono invitate a dare la propria adesione. Per ogni contatto, per partecipare alla campagna referendaria e per tutte le informazioni, l’invito è a scrivere una mail a: notriv_a_5stelle@outlook.it”.