MUGNANO DEL CARDINALE (Bianca Bianco)- La decapitazione del clan Cava con arresti e inchieste giudiziarie ha messo a rischio la leadership del clan malavitoso di Quindici da sempre egemone anche nel Baianese. Questo, stando a quanto riporta il dossier della Direzione distrettuale antimafia di recente pubblicato, sarebbe alla base dell’omicidio di Attilio Di Grezia, trucidato a colpi di arma da fuoco il 29 gennaio del 2015, il cui cadavere fu abbandonato in una località montana di Mugnano del Cardinale. La morte del pregiudicato sarebbe stata l’epilogo di un regolamento di conti per riaffermare la potenza del sodalizio di Quindici, la cui leadership sarebbe stata messa in crisi dai provvedimenti giudiziari che hanno spedito in carcere i suoi vertici. Pochi mesi dopo, ad aprile, ancora a Mugnano si consumò un altro fatto di sangue con l’omicidio di Nicola Annunziata, pensionato originario di Ottaviano ucciso sotto casa in via degli Innocenti da due uomini, poi arrestati, con i quali era in contatto per un debito usurario contratto da uno stretto congiunto. Siamo dunque fuori dalle dinamiche camorristiche locali. Dinamiche in cui i Cava fanno ancora la vice grossa non solo nel Vallo di Lauro e nel vicino Nolano ma ad Avellino ed hinterland. I loro storici rivali, i Graziano, sono invece operativi nel Vallo, nell’agro nocerino sarnese e nella valle dell’Irno. Sodalizio da sempre egemone nell’Avellinese, nel Sannio e nell’Alto Casertano sono poi i Pagnozzi. Alcuni dei componenti la famiglia caudina si sono trasferiti a Roma, trasferendo nella Capitale anche i loro interessi illeciti e stringendo alleanze con i gruppi locali come emerge dall’operazione “Tulipano” in cui si è dimostrato come i Pagnozzi abbiano fatto trasferire a Roma i membri più capaci per intessere nuovi rapporti ‘commerciali’ approfittando della temporanea uscita di scena del clan romano dei Senese. I Pagnozzi avrebbero così stretto alleanze con i Casamonica, clan egemone nella Capitale.