BOSCOREALE- I carabinieri hanno sgominato una organizzazione che gestiva la fiorente piazza di spaccio del quartiere “Piano Napoli” di Boscoreale. Su ordine della direzione antimafia, al termine delle indagini, hanno arrestato sette indagati ritenuti i responsabili del traffico illecito di stupefacenti. I sette sono indagati anche, a vario titolo, per porto e detenzione illegale di armi, con l’aggravante dell’associazione armata. L’indagine, condotta dal febbraio al giugno 2015, ha consentito di documentare l’esistenza di un’associazione armata che gestiva la piazza di spaccio gestendo ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti come cocaina, hashish e marijuana, occupandosi inoltre della vendita di significative partite di droga a trafficanti e spacciatori di altre zone della Campania. E’ stato accertato come il sodalizio fosse riconducibile al clan camorristico “Limelli- Vangone”, storici narcotrafficanti dell’area vesuviana, che da anni esercitano uno stretto controllo del territorio a Boscoreale e comuni limitrofi. L’associazione si era dotata di un’efficace organizzazione logistica, potendo contare su locali nei quali manipolare e confezionare lo stupefacente e, attraverso spacciatori e “vedette” stabilmente stipendiati, commercializzare la droga al dettaglio e sorvegliare la stessa piazza di spaccio al fine di scongiurare interventi delle forze dell’ordine. Centrale della manipolazione e successiva commercializzazione dello stupefacente, l’abitazione della famiglia Sarnataro, nel cuore del Piano Napoli. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, infatti, vi sono tutti i componenti della famiglia Sarnataro, dal padre Raffaele e sua moglie Improta Argentina, ai figli Mario e Giovanni, particolarmente attivi nello smercio dello stupefacente e nelle dinamiche criminali del Piano Napoli, entrambi attualmente detenuti, nonché Coppola Antonietta, compagna di Mario Sarnataro, e Capasso Emiliana, suocera di Giovanna Sarnataro. Tra i destinatari della misura, inoltre, anche Enrico Buonvolere, attualmente detenuto, fratello di Mauro, trucidato a colpi di pistola al Piano Napoli il 7 febbraio 2015 proprio per un “regolamento di conti” scaturito da contrasti armati per il controllo della suddetta piazza di spaccio, come riscontrato nel corso dell’odierna indagine. Altro aspetto emerso dall’attività investigativa è stato il ruolo delle donne della famiglia Sarnataro, particolarmente attive sia nel ruolo di vedette a protezione dell’attività illecita, sia molto abili nello spaccio dello stupefacente. Notevole la disponibilità di armi da fuoco da parte dell’organizzazione, tanto da farne ricorso per sedare qualsivoglia diverbio inerente gli illeciti affari. Armi che gli stessi Sarnataro volevano peraltro utilizzare per azioni di sangue nei confronti di soggetti che, nel recente passato, erano venuti allo scontro armato con loro. Eventi questi da inquadrare proprio nel controllo e gestione degli illeciti affari in quel rione popolare.