CAIVANO – Ingannavano cittadini ghanesi fingendosi intermediari e chiedendo loro 1600 euro per ogni nulla osta: è quanto hanno scoperto i carabinieri a Caivano dove sono stati arrestati, in flagranza di reato, due persone. Si tratta di Pietro Di Dona, 43 anni, già noto alle forze dell’ordine, e di Lucia Di Bello, 41 anni. Sono accusati di “contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione e uso di tali sigilli e strumenti contraffatti”, “falsità materiale commessa dal privato” e per contravvenzioni alle disposizioni contro l’immigrazione clandestina. Le indagini sono partite dalla denuncia di una delle vittime. Secondo quanto accertato, i due avvicinavano gli extracomunitari proponendosi come intermediari per il rilascio dei nulla osta al lavoro stagionali (nulla necessari per ottenere il visto per l’espatrio dalle autorità di quel paese), chiedendo loro 1600 euro a pratica. Le autorità ghanesi hanno però accertato la non genuinità della documentazione e rifiutato il visto per l’espatrio. Per prendere tempo, è inoltre emerso dalle indagini, i due si sono finti promotori di un ricorso al Tar Lazio. Agli extracomunitari hanno anche mostrato falsi atti presentati al collegio giudicante, nei quali Di Bello veniva fatta figurare come avvocato. Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni dei due arrestati, i carabinieri hanno trovato, tra l’altro: tre timbri tondi con il sigillo dello stato italiano e le scritte: “sportello unico per l’immigrazione di Caserta”, “sportello unico per l’immigrazione di Avellino” e “sportello unico per l’immigrazione di Caserta – prefettura Ug”, due timbri lineari con le generalità dei dirigenti degli sportelli unici, 26 fotocopie di permessi di soggiorno di cittadini stranieri e una chiavetta usb contenente format utilizzati per la falsificazione degli atti.