NOLA- Il Comune di Nola chiede i danni agli impiegati di “Mandatopoli”. Dopo la condanna di alcuni dei protagonisti dello scandalo che ha scosso il Municipio della città dei gigli ormai tre anni fa, l’ente di piazza Duomo presenta il conto agli (ex) dipendenti coinvolti nel processo nato dall’inchiesta della Procura di Nola. Un’inchiesta nata dalla scoperta di falsi mandati di pagamento, o mandati doppi e gonfiati, con cui alcuni dipendenti avrebbero favorito imprese amiche. Grazie a questo meccanismo, per un arco di tempo che è andato dal 2004 al 2013, gli artefici avrebbero causato un danno alle finanze dell’ente pari a oltre 2 milioni di euro. L’inchiesta in particolare portò a galla 43 mandati falsi o dubbi, quasi tutti relativi a lavori di somma urgenza. Il procedimento ha seguito diversi canali e si è risolto in maniera diversa per i coinvolti. Con sentenza poi confermata in appello, due degli impiegati (Antonio Ranieri e Filomena De Sena) sono stati condannati anche al risarcimento dei ‘danni cagionati’ al Comune di Nola (che nel frattempo si era costituito parte civile) ed alla provvisionale (già esecutiva) di 50mila euro. Antonio Mercogliano è stato condannato anch’egli al risarcimento danni ed al pagamento dei danni (che dovranno essere eventualmente liquidati in un separato giudizio civile) e al pagamento in favore del Comune di una provvisionale immediatamente esecutiva di 200mila euro. Altri cinque impiegati (Broda Giuseppina, Basile Francesco, Scafuro Paolino, Montemurro Consiglia e Castaldo Nicola) sono stati condannati. Per questo l’ente ha deciso di agire contro Filomena De Sena, Angelo Ranieri, Antonio Mercogliano, Giuseppina Broda, Francesco Basile, Paolino Scafuro, Consiglia Montemurro e Nicola Castaldo per ottenere il ristoro dei danni (anche di immagine) subiti dopo lo scoppio dello scandalo.