lunedì, Novembre 25, 2024
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Feste senza permessi a Siae, 46 indagati titolari alberghi e ristoranti

CASTELLAMMARE DI STABIA – In Penisola sorrentina e a Castellammare di Stabia centinaia di feste e ricevimenti senza pagare il diritto d’autore alla Siae. Sono 46 gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti titolari di prestigiose strutture ricettive e alberghiere indagati per aver violato la legge sui diritti d’autore che prevede una pena da sei mesi a tre anni di reclusione e una multa da 2.500 a 15mila euro. Il blitz è stato condotto dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli che hanno notificato i provvedimenti su disposizione della procura di Torre Annunziata. In particolare, le indagini della Tenenza di Massa Lubrense hanno consentito di scoprire che, in numerosissimi complessi alberghieri di Castellammare di Stabia, Gragnano, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola, Lettere, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Massa Lubrense sono state festeggiate centinaia di cerimonie oppure organizzati eventi musicali senza che i titolari delle strutture controllassero che fosse stato richiesto e rilasciato il permesso Siae. In alcuni casi i finanzieri, per acquisire prove certe dei reati, si sono infiltrati nelle feste confondendosi tra gli invitati oppure finto di organizzare una cerimonia. GiĂ  nell’agosto 2012 furono eseguite oltre 70 perquisizioni nei confronti degli uffici della circoscrizione mandataria della Siae di Castellammare di Stabia e Sorrento, nonchĂ© di note discoteche, prestigiosi alberghi e ristoranti ed avevano consentito, nel maggio del 2013, di eseguire quattro misure cautelari nei confronti di alcuni accertatori della Siae perchĂ© non versavano nelle casse dell’ente le tariffe pagate per il rilascio del permesso. Lo scorso aprile era stato eseguito un decreto di sequestro nei confronti di due accertatori Siae per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro e notificato i primi nove avvisi di conclusione indagine nei confronti di indagati per corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e rivelazione del segreto d’ufficio.

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