NOLA- (Bianca Bianco) L’area nolana è sempre più nelle mani del clan Fabbrocino. Rimasto ‘orfano’ di sodalizi criminali autoctoni, il Nolano viene risucchiato nel vortice dei numerosi e remunerativi affari dell’organizzazione di San Giuseppe Vesuviano che impone la propria presenza ed i propri alleati. Questa geografia camorrista che ingloba il Nolano al Vesuviano dal punto di vista della malavita è emersa nel corso dei mesi da una serie di inchieste che hanno rilevato la presenza ingombrante del clan di Mario Fabbrocino nel territorio. Una presenza fatta soprattutto di estorsioni a medie e grandi imprese cui la camorra vesuviana si rivolge dopo che i Russo, praticamente scomparsi dalla cartina della camorra locale, hanno lasciato ‘campo libero’. Sono i Fabbrocino, dunque, i nuovi re del Nolano e lo scrive anche la direzione investigativa antimafia nel suo ultimo dossier relativo ad operazioni ed inchieste del secondo semestre del 2014. I Fabbrocino, scrive la Dia, hanno “assoggettato le compagini criminali autoctone” fino a farle diventare proprie strutture satellite. Cinque anni fa c’era infatti stato un tentativo di ricomposizione della criminalità locale, subito dopo l’arresto di Pasquale e Salvatore Russo: si trattava della Nuova alleanza nolana, con base tra Saviano e Scisciano. Ma il tentativo è stato soffocato dagli arresti che hanno decimato il gruppo. Gli altri tentativi di ricostituire la mala nolana sono invece stati stritolati dalla potenza economica dei Fabbrocino, clan- azienda con interessi in tanti settori economici, leciti (la fornitura di calcestruzzi) e non (estorsioni e droga). Sono infatti “le ingenti disponibilità economiche- scrive la Dia- a dare compattezza al clan”. Una compattezza granitica, tant’è che nonostante diversi arresti di affiliati nessuno- al contrario di quanto sta avvenendo in altri clan- ha deciso di collaborare con la giustizia. Accanto ai Fabbrocino resistono altri clan dalla storia criminale ‘blasonata’ che hanno da sempre avuto mire espansionistiche sul Nolano: con i C ava di Quindici (che utilizzano sul territorio il clan satellite dei Sangermano) ed i Moccia di Afragola sinora sussiste una apparente “pax” di camorra. Il territorio viene spartito, ma la parte da leone la fanno i Fabbrocino.