NOLA-Lo ‘sfogo’ del Comitato Riprendiamoci la Festa sull’ultima edizione della Festa dei gigli. Una kermesse definita sottotono, con alcuni miglioramenti evidenti ma anche tante piccole e grandi mancanze. A cominciare dalla mancanza di bagni chimici per finire con la presenza di troppi politici. Talora nell’assoluta mancanza di regole…
Passata la grande sbornia della Festa dei Gigli 2015, a bocce ferme possiamo cominciare a riflettere su cosa effettivamente sia stata quest’anno la nostra festa millenaria. Mille promesse e proclami che non si sono realizzati, concretizzandosi in una celebrazione sottotono. Â
I primi problemi li abbiamo riscontrati come sempre nell’organizzazione. La mancanza di regole e di tempi certi regna sovrana da sempre, in violazione del regolamento e del tanto sbandierato protocollo d’intesa promosso dalla Fondazione Festa dei Gigli. Se questo caos primordiale è uno dei tratti distintivi che piĂą affascina della nostra festa, certamente tempi così lunghi e dilatati rendono l’evento non piĂą un rito collettivo, ma un privilegio per pochi fortunati. Â
Interessante il progetto di abbellimento delle strade del percorso dei Gigli con drappi e bandiere, da riproporre e migliorare nei prossimi anni. Da rivedere invece il nuovo sistema d’illuminazione che risulta essere alquanto approssimativo, non mettendo adeguatamente in risalto le strutture architettoniche dei palazzi piĂą antichi del nostro centro storico. Da segnalare, inoltre, la cronica ed eterna mancanza di servizi igienici pubblici, che ogni anno riduce i vicoli di Nola in una cloaca a cielo aperto. Â
Non ci interessano minimamente i discorsi su quale sia stata la paranza “migliore” perchĂ© è proprio questa infantile competizione tra i soliti noti che ha provocato un involgarimento ed imbarbarimento della nostra festa. Indubbiamente, non possiamo non aver notato l’imbarazzante presenza di personaggi politici locali sui nostri gigli. A testimonianza che la separazione tra politica e festa, che secondo il sindaco Geremia Biancardi si sarebbe dovuta realizzare attraverso la Fondazione, è ormai una favola alla quale non credono nemmeno piĂą i bambini. Senza dimenticare, la continua deriva musicale a cui assistiamo: delle nostre tradizionali fanfare resta ormai ben poco o meglio quasi nulla. Â
Le uniche note positive le riscontriamo nel timido ritorno dei turisti, oggetti misteriosi assenti da anni. Segno che il riconoscimento Unesco comincia a portare i suoi primi effetti, nonostante gli errori di comunicazione e l’incapacitĂ gestionale di Fondazione e amministrazione comunale, che non riescono nemmeno a presentare in tempo un progetto per accedere ai fondi regionali. Immaginate cosa si potrebbe realizzare se ci fosse una comunicazione e promozione piĂą consona all’immenso valore della nostra tradizione? Â
Infine, la nota più bella è sempre quella di Piazza Duomo. Probabilmente il momento più sentito e partecipato della ballata è stato quello di domenica mattina con una piazza straripante di gente fin dalle prime ore. Una folla composta ed attenta, rispettosa ed armoniosa nelle sue pur mille sfaccettature e differenze. A riprova che mentre gli amministratori locali palesano le loro perpetue incapacità , il popolo nolano continua ad incantarci con la sua insopprimibile e viscerale forza da più di 1500 anni. Come sempre, nonostante tutto.