NOLA- (Nello lauro e Bianca Bianco) C’è persino la riproduzione dello scheletro del cane che fu ritrovato quando, era il 2001, gli scavi per la costruzione di un supermercato fecero venire fuori la Pompei della preistoria In questi giorni personale della Soprintendenza ai beni archeologici sta realizzando un nuovo villaggio dell’età del bronzo sulla terra che ricopre quello vero, quello che, a causa della falda sottostante, è stato sommerso per tre anni ed infine interrato per decisione dell’ente che tutela beni culturali e siti archeologici. Il giornalelocale la scorsa settimana è entrato nel cantiere ed ha fotografato quello che si sta realizzando. Ci sono i due calchi delle capanne, quelle che restarono cristallizzate dal flusso di lava che quattromila anni fa devastò anche la piana nolana nel corso della eruzione detta delle ‘pomici di Avellino’. C’è il fornetto in cui furono ritrovati resti di un pasto dell’antichità. Si stanno rimettendo insieme i pezzi di un’era prima sepolta dal Vesuvio, poi dall’incuria ed infine dalla terra che deve arginare l’acqua che scorre inesorabile nella falda sottostante.
La scoperta del villaggio di via Croce del Papa ebbe risonanza mondiale perché si trattava di uno spaccato conservato perfettamente di un nucleo sociale dell’età del bronzo, reso immortale dagli effetti dell’eruzione. Giornalisti ed archeologi da tutto il mondo sono giunti a Nola per osservarlo, scriverne, fotografarne e parlarne. Poi il lento ed inesorabile declino. L’acqua nel 2010 ha cominciato a sommergere il preziosissimo sito, che sino ad allora era stato aperto al pubblico ed era diventato sede di laboratori didattici oltre che di continui studi. Nel 2011 la decisione di chiuderlo al pubblico anche dopo il crollo di una parete di terra su una delle due capanne. L’acqua ha infine completamente coperto le strutture che pare si stessero del tutto sgretolando. La decisione di interrarlo è arrivata nel 2014 dopo tre anni di continui contatti tra Soprintendenza, Comune, Regione Campania. Speranze di salvare il villaggio, magari utilizzando complessi sistemi di drenaggio già utilizzati altrove, sono via via sfumate. Alla fine, anche per mancanza di fondi, la Sprintendenza ha deciso di interrarlo e di ricostruirlo posticcio con un progetto da 650mila euro che restituirà quanto meno l’immagine di un pezzo della storia dell’area.
I lavori termineranno entro settembre prossimo, dopodiché il nuovo villaggio sarà visitabile e molto probabilmente collegato con quello simile di San Paolo Bel Sito dove pure sono state ricostruite capanne e resti dell’esistenza preistorica nell’area nolana.