SPERONE (Bianca Bianco Il Mattino) – Psicosi legionella. Le notizie di cronaca di questi giorni hanno alimentato la preoccupazione, spesso ingiustificata, di quanti tra fine maggio ed inizio giugno hanno effettuato aerosol ed inalazioni nel complesso termale di Villamaina. La conseguenza è stato l’aumento di utenti che si sono recati presso il Pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino per chiedere di essere sottoposti al test per verificare la presenza dell’infezione. Mercoledì nove persone hanno effettuato l’esame, mentre ieri mattina almeno quindici hanno richiesto di sottoporsi alle analisi del sangue e delle urine attraverso le quali si possono individuare le tracce del batterio della legionella, temibile quanto neutralizzabile con cure massicce e tempestive a base di antibiotici. Tutti gli utenti sono stati rassicurati, gli esiti dei controlli sono stati per tutti quanti negativi. L’assalto ai laboratori del “Moscati” ha avuto però ripercussioni sulle attività dei sanitari che hanno esaurito i cosiddetti ‘reattivi’ (reagenti chimici utilizzati dagli analisti) e hanno dovuto chiedere il supporto del nosocomio di Solofra. Una spia della paura che serpeggia tra chi ha effettuato le cure termali di recente, una paura che però non trova nella maggior parte dei casi alcun fondamento I cittadini preoccupati che sono arrivati al “Moscati” di Avellino infatti non presentavano alcun sintomo della legionellosi che si manifesta attraverso stati febbrili, problemi respiratori, brividi, dolori muscolari e astenia. Proprio per evitare il propagarsi di ingiustificati allarmismi, dopo avere diramato una nota ufficiale l’Azienda sanitaria locale irpina avrebbe anche diffuso una circolare tra i medici di base della provincia chiedendo la massima attenzione sui casi e la massima cautela con i pazienti, ai quali si deve consigliare il ricovero o le analisi solo in presenza di chiari segnali di malattia. Un modus operandi già seguito dai medici generici che nei giorni scorsi hanno monitorato, nel Baianese, almeno dieci persone tornate dal soggiorno e che non avevano disagi fisici. I pazienti che invece hanno davvero contratto la legionellosi sono tenuti sotto osservazione costante, ma le loro condizioni sono stabili ed in netto miglioramento rispetto alla data del primo ricovero. Si tratta di quattro anziani (due di Sperone, due di Montefredane) e di un 33enne di Villamaina che tra il 25 maggio ed il 9 giugno si sono recati nel complesso termale irpino ed hanno effettuato inalazioni ed aerosol in luoghi in cui in questi giorni l’Arpac, agenzia regionale per l’ambiente, su delega dell’azienda sanitaria locale sta provvedendo ad effettuare prelievi da trasferire poi ai laboratori che dovranno chiarire dove si annidasse il batterio. Nel frattempo e solo in via cautelativa, l’Asl ha sospeso già da ieri l’attività delle complesso termale di Villamaina. Il protocollo sanitario che si segue nei casi in cui si attesti il contagio della malattia del legionario è molto rigido e tiene conto delle stringenti direttive del Ministero della Sanità. Proprio lo scorso 7 maggio la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le nuove linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi. Un documento che riunisce ed aggiorna in un unico testo tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e nelle leggi. In parallelo proseguono le indagini sulla epidemia, che terranno conto anche di un caso sospetto indicato dalla stessa Asl, quello del 74enne di Sperone morto poche ore dopo il ritorno dal soggiorno climatico ed il trasferimento presso l’ospedale “Santa Maria della Pietà” di Nola.