CICCIANO (Nello Lauro)- Una veglia funebre contro il taglio di undici pini secolari. A Cicciano si protesterà così, questa sera alle 20, per evitare che il progetto di restyling di piazza Mazzini porti all’abbattimento degli alberi che da cinquanta anni compongono la ‘cartolina’ della città del palio. Ad organizzare il flash mob sono il Movimento cinque stelle ed il Comitato “Salviamo i pini di piazza Mazzini” che nei mesi scorsi hanno raccolto oltre 400 firme nel corso della petizione popolare indetta per impedire quello che per gli attivisti costituisce uno scempio ambientalista ed uno schiaffo alla storia urbanistica della comunità ciccianese. La riqualificazione di piazza Mazzini, resa possibile grazie ai fondi per l’accelerazione della spesa stanziati dalla regione Campania (oltre 500mila euro) cambierà totalmente il look del luogo che rappresenta il cuore delle attività della cittadina del Nolano. L’intervento sarà imponente: nel corso dei lavori sarà anche eliminata la fontana installata nel corso gemellaggio con la città maltese di Nadur, ma l’opera più radicale riguarderà gli undici pini ‘napoletani’ che saranno abbattuti ed estirpati per fare posto una fila di alberi di alto fusto alternati a siepi e disposti sui lati del quadrilatero. Da sei mesi, da quando cioè l’amministrazione comunale ha reso pubblico il progetto di riqualificazione, sono montate le proteste dei rappresentanti dell’associazionismo e della politica locale, compresi i consiglieri comunali di minoranza che sulla vicenda hanno presentato anche una interpellanza. La protesta ha travalicato i confini della piazza per trasformarsi in tam tam anche sul web, mentre una delle proposte avanzate, quella di un referendum popolare che decidesse le sorti del piccolo polmone verde cittadino, è sfumata. Non è sfumata invece la rabbia dei promotori del flash mob, che questa sera sfileranno in silenzio e con il lutto al braccio per celebrare il “funerale” di un pezzo della storia di Cicciano.Un funerale quasi inevitabile:la piazza è stata transennata da alcuni giorni e tutto è pronto per l’opera di abbattimento che dovrebbe iniziare lunedì. Poi i cittadini dovranno dire addio alla antica ed amata cartolina ciccianese. Sui social è arrivata anche la risposta del sindaco Raffaele Arvonio: “Pieno rispetto per l’iniziativa messa in campo, ma sembra opportuno da parte mia sottolineare quanto già dichiarato in un consiglio comunale di fine 2014. La scelta di rimuovere i pini in occasione della riqualificazione della piazza e di sostituirli con alberature più consone ad una piazza pavimentata è frutto di una valutazione oculata e responsabile”. “Lasciare i pini – continua il primo cittadino – sarebbe da incoscienti poiché si andrebbero ad investire fondi europei e tra qualche anno si avrebbe di nuovo la pavimentazione, le panchine e le fioriere rotte dalla pressione delle radici sottostanti. I pini, negli anni, hanno prodotto parecchi danni economici alle casse comunali e potenzialmente potrebbero ancora continuare, basti pensare alle citazioni che ci arrivano per le pigne cadute sulle auto e per le persone cadute sul basolato sconnesso dalla forza delle radici, alla problematica della resina che rovina tutto ciò che si trova al di sotto della chioma arborea, ma anche e soprattutto alle radici che in più parti hanno già leso le fondamenta delle abitazioni circostanti in modo da compromettere la stabilità delle stesse. I pini, insomma, non sono piante da centro urbano e rappresentano un serio pericolo per uomini e mezzi soprattutto in condizioni piovose e ventose. Per chiarire ogni dubbio, sottolineo – conclude Arvonio – che i pini non hanno nessun vincolo ambientale e non occorre nessuna autorizzazione o nulla osta da parte della Guardia Forestale prima della sostituzione. Ognuno di noi (io in primis) è legato ai pini di piazza Mazzini, ma in certi casi bisogna lasciare spazio al buon senso”.
Cicciano, flash mob funebre contro il taglio dei pini in piazza Mazzini
