lunedì, Novembre 25, 2024
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Polveri sottili nel Nolano, controlli a riscaldamenti famiglie e aziende

I dati del Pm10
I dati del Pm10

SAN VITALIANO- Nessun comunicato ufficiale, nessuna nota da parte delle amministrazioni coinvolte nel caso che è finito su cronache regionali e nazionali. Nonostante il clamore suscitato dai dati Arpac della centralina di San Vitaliano (relativa anche ai Comuni confinanti), poca pubblicità è stata data alla conferenza dei servizi convocata proprio per comprendere le ragioni di un aumento preoccupante dei livelli di polveri sottili nella cittadina (soglia massima superata 51 volte negli ultimi 100 giorni..molto peggio dell’inquinatissima Pechino) ed eventualmente trovare una soluzione. La conferenza dei servizi, che si è svolta venerdì scorso,  ha coinvolto oltre San Vitaliano e l’Arpac anche Asl e comuni di Nola, Scisciano, Marigliano. Tutti intorno ad un tavolo per discutere delle ragioni e delle conseguenze del boom inquinante.

In base a quanto emerso, dalla riunione interistituzionale è scaturita la volonta, da parte dell’ente di San Vitaliano amministrato dal sindaco Antonio Falcone, di porre in essere un censimento di stufe, stufe a pellet, forni e camini. Inoltre di procedere ad una valutazione dell’impatto ambientale delle fabbriche cittadine ed infine intraprendere un percorso di incentivi per la famiglie finalizzato all’ammodernamento dei sistemi di riscaldamento. Insomma, la radice del problema viene rintracciata soprattutto nei mezzi di riscaldamento delle case private. La problematica, è stato poi chiarito nella sede, non riguarda solo San Vitaliano ma anche Nola e gli altri Comuni del Nolano cui spetterà procedere con gli stessi mezzi (censimenti e valutazione impatto ambientale) per poter dare una risposta razionale ai dati, eclatanti, emersi dalla centralina Arpac collocata nel paese.

Il caso San Vitaliano è scoppiato la scorsa settimana. Il Pm10, la cosiddetta materia particolata (lo smog, le polveri sottili) è stato superato per ben 51 volte negli ultimi cento giorni. In Italia può essere superato per massimo 35 volte in un anno.

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