venerdì, Novembre 22, 2024
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Caso Vaslav, le 7 domande del Giornalelocale

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NOLA-(di Bianca Bianco e Nello Lauro)  Sono trascorsi 18 giorni da quando Vaslav B., nato nella Repubblica Ceca nel 1976, clochard da dieci anni in Italia, è stato massacrato di botte nella casetta abbandonata delle Ferrovie dello Stato. Da allora molti aspetti sono stati chiariti ma non c’è ancora una verità. Abbiamo riassunto in sette punti i misteri, i punti centrali di questa storia e soprattutto le domande che indirettamente poniamo a chi sta indagando su una vicenda sconvolgente.

1)         Vaslav ha detto che qualcuno, nel gruppo che lo stava pestando a sangue con bastoni di legno, teneva un telefonino e registrava la scena mentre gli altri urlavano frasi razziste e ridevano, lo prendevano in giro. Il senzatetto non parla bene in italiano ma sembra piuttosto lucido quando racconta cosa ha subito. Esiste dunque un video? Gira su whatsapp? E’ stato pubblicato su Facebook? Sarebbe essenziale in questo caso che chi ha visto materiale attinente lo segnali, anche se i contenuti sono stati già rimossi.

2)         Ancora Vaslav a parlare ed a riferire che nel branco ci fosse una donna. L’affermazione viene ufficiosamente smentita dalle fonti inquirenti. Vaslav si è sbagliato? Ha scambiato un ragazzo dai capelli lunghi per una ragazzina? Secondo il suo racconto, era lei a registrare mentre gli altri cinque o sei teppisti lo picchiavano.

3)         Una delle caratteristiche di Vaslav è il fatto che avesse sempre con sé tre cagnolini. Uno di questi, l’unico maschio chiamato Opson, secondo quanto riferito al giornalelocale.it qualche giorno dopo i fatti sarebbe stato ritrovato morto in un fondo nei pressi del luogo del pestaggio. Gli altri due sarebbero al sicuro, curati e nutriti. Sul destino di Opson però non è stata fatta ancora chiarezza. Il corpo è stato trovato?

4)         All’inizio della vicenda, una fonte rivelò al giornalelocale che tra le ipotesi al vaglio c’era anche la pista razzista e xenofoba e che si indagava in particolare sull’incendio del rifugio di extracomunitari in piazza D’Armi avvenuto quella sera stessa. Nei giorni seguenti, la pista sarebbe stata smentita in favore del movente “punitivo” o addirittura della ritorsione per fatti collegati al mondo della droga. La pista xenofoba è stata definitivamente abbandonata?

5)         Un mese e mezzo fa circa esponenti del centro sociale “Fonseca 30” presentarono una denuncia alla polizia dopo la comparsa di scritte sulla facciata della loro sede. La scritta recitava “Nola come Cremona”, in riferimento al grave ferimento di un militante del centro sociale Dordoni avvenuto nella città lombarda a gennaio. Altre scritte del genere sono apparse altrove. Coincidenza o si assiste ad un rigurgito di spinte pericolosamente estremiste anche a Nola?

6)         La scorsa settimana don Enrico Tuccillo della Chiesa del Carmine ha presentato denuncia alla polizia per segnalare altre due sospetti pestaggi nei confronti di ospiti della struttura di accoglienza per clochard della città bruniana. Si sta indagando su quegli episodi?

7)         Le voci si rincorrono da giorni. Il branco è stato individuato, alcuni ragazzi- i più grandi al massimo sarebbero del 1995- sono stati ascoltati in caserma, nessuno avrebbe ammesso di avere partecipato al pestaggio. Sono giovani di famiglie normali, non figli del disagio. Ragazzi che si tengono stretta la verità su quello che è accaduto quella notte. A Nola sono stati fatti anche nomi e cognomi. A quando la verità?

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