
SERINO (di Nello Lauro- Il Mattino). Qualcosa è cambiato. Serino sembra aver perso la sua tranquillità. Quella della cartolina immersa nella verde Irpinia ai piedi del monte Terminio e circondata dal fiume Sabato. I colpi di pistola esplosi all’indirizzo dell’abitazione di un tecnico comunale, l’attentato incendiario ad un escavatore nell’area pip di località Pescarole e tre raid (all’auto personale e all’ufficio) ai danni del comandante della polizia locale Fulvio Testaverde sono i capitoli del romanzo criminale che vede come location Serino e che ha fatto preoccupare politici e cittadini. Cosa succede? Perché? Domande sulla bocca di tutti con ipotesi al vaglio degli investigatori e con la richiesta da parte degli amministratori pubblici dell’intervento della commissione per la sicurezza e per l’ordine pubblico della Prefettura di Avellino. Investigazioni che sembrano al momento non interessare la figura del comandante Testaverde: “Non sono stato né convocato né tantomeno ascoltato da nessuno dopo le mie denunce e la lentezza di questa cosa mi sorprende”. Il responsabile della polizia locale risponde anche a chi ha parlato del suo trasferimento da Serino che conferma il clima schizofrenico che si vive in questo momento in città: “Il Comune – precisa Testaverde – ha concesso un nullaosta per poter partecipare a un bando di mobilità per il Ministero della Giustizia, è un atto obbligatorio di giunta: niente di più anche perché il trasferimento è una cosa volontaria e io non ho mai pensato di andare via da qui”. Una risposta anche a chi lo vede in polemica con l’amministrazione guidata dal sindaco Gaetano De Feo: “Assolutamente, il rapporto è di dialogo costante. Ci sono scontri e confronti ma sempre nel rispetto dei ruoli, anzi da alcuni mesi c’è ancora più attenzione per i reati ambientali”. Semmai non c’è stata la grande solidarietà per le intimidazioni subite: “Ho ricevuto messaggi e telefonate più da Cicciano nel Napoletano (dove ha prestato servizio prima di tornare in provincia di Avellino) e resto preoccupato per me e per la mia famiglia: quella porta aperta è un atto dimostrativo”. Intanto volano stracci tra maggioranza e opposizione: la giunta ha dato mandato a un legale per una denuncia querela nei confronti dei consiglieri comunali Franca Marra e Roberto Melillo che nel corso della seduta del civico consesso hanno letto una relazione le cui dichiarazioni sono state ritenute secondo l’esecutivo di Serino “diffamanti nei confronti dell’amministrazione Comunale in carica e hanno offeso il buon nome e l’immagine di questo Comune con espressioni come ‘ora è certo che la mafia è tra noi’ alludendo ad atteggiamenti del sindaco e dei componenti della giunta municipale”. Una nuova battaglia. Serino resta un caso aperto.