Potrebbe arrivare già oggi la sentenza di primo grado del processo sul naufragio della Costa Concordia, che il 13 gennaio 2012 davanti alla costa dell’isola del Giglio provocò 32 morti. Ieri si sono svolte le ultime battute del processo con la replica del pubblico ministero Stefano Pizza, che ha confermato la richiesta di condanna a 26 anni per l’ex comandante Francesco Schettino, con l’aggiunta di tre mesi di arresto per il pericolo di fuga.
Durante la replica il pm ha ribadito che i giudici devono infliggere la “giusta pena” a Schettino, sostenendo che nei confronti dell’imputato non c’è stato nessun tipo di accanimento. In precedenza uno dei difensori di Schettino, l’avvocato Donato Laino, aveva chiesto al Tribunale di rigettare la richiesta di arresto di tre mesi in caso di condanna, così come reclamato dalla Procura. Durante l’arringa lunedì scorso il difensore Domenico Pepe aveva chiesto l’assoluzione per l’omicidio colposo e per l’abbandono di nave. All’udienza sono intervenute anche le parti civili con le richiesta di danni. Schettino ha fatto sapere che con tutta probabilità parlerà oggi.
Francesco Schettino è imputato unico nel processo, accusato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima. La richiesta di 26 anni di condanna contempla 14 anni per omicidio e lesioni colposi ai quali vanno ad aggiungersene altri 9 per l’accusa di naufragio e altri 3 per abbandono di incapaci e della nave.
Il processo è iniziato davanti al Tribunale di Grosseto il 17 luglio 2013. Quasi 200 sono stati i testimoni, i consulenti e periti che sono sfilati durante le udienze nel corso di più di un anno e mezzo sul palco del teatro Moderno dove è stata allestita l’aula di giustizia. Gli atti del processo comprendono circa 55.000 pagine. (adnkronos)