CASERTA- Operazione Dedalo, arrestate 18 persone (3 in carcere, 15 ai domiciliari). I carabinieri del Nucleo tutela del Patrimonio culturale di Napoli e della Compagnia carabinieri di Capua – in collaborazione coi colleghi dei comandi provinciali di Napoli, Frosinone, Latina Caserta coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere- questa mattina hanno dato esecuzione all’ordinanza del giudice per le indagini preliminari nei confronti delle 18 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla ricerca illecita, mediante scavi clandestini, all’impossessamento ed alla ricettazione di reperti archeologici. I tre arrestati finiti in carcere sono considerati promotori del sodalizio.
L’INDAGINE- Iniziata nel 2011, l’inchiesta dei carabinieri aveva tratto spunto dall’incremento di scavi illeciti nella zona di Calvi Risorta, nel Casertano. Secondo gli inquirenti, si assisteva ad una recrudescenza del fenomeno dei “tombaroli”, e aveva nuova linfa anche il mercato illegale dei reperti. Da questa certezza investigativa, suffragata anche dai risultati dell’operazione “Ro.vi.na.”, è nata l’operazione del nucleo tutela del patrimonio, fondato su intercettazioni ambientali e telefoniche, su pedinamenti ed osservazioni sul campo anche attraverso sofisticate tecnologie.
GLI SCAVI- I tombaroli non setacciavano solo la zona di Calvi Risorta (l’antica Cales) ma anche quelle di Pompei, Pozzuoli, Paestum. In un caso, lo scavo si era concentrato in un giardino privato di Pompei nell’area della civita Giuliana: qui era stata scoperta e depredata una villa romana con affreschi bellissimi quasi tutti sottratti. In questi siti dunque gli arrestati riuscivano a mettere le mani su reperti di grande valore storico ed economico che poi riversavano sul mercato clandestino. Dai tombaroli, quasi tutti di Mondragone, i pezzi finivano nelle mani dei ricettatori che le facevano arrivare ai collezionisti anche in Spagna e Stati Uniti. Al loro fianco, esperti restauratori e trasportatori conniventi, tutti finiti nella rete degli inquirenti.
IL BOTTINO- Durante le perquisizioni i carabinieri hanno trovato e sequestrato 1500 reperti archeologici ma anche reperti contraffatti ed attrezzatura per tombaroli (tutto per il valore di 2,5 milioni di euro). Tra i beni recuperati, spiccano un cratere a campana di grandi dimensioni dell’epoca che va dal IV al II secolo acanti Cristo, un’anfora della Magna Grecia e un’anfora attribuiti al pittore pestano Assteas e quattro pannelli affrescati rubati nello scavo di Pompei.
Ecco i nomi degli arrestati (clicca sull’immagine per ingrandirla):