venerdì, Gennaio 3, 2025
spot_img
spot_img
spot_img

I PIÙ LETTI DELLA SETTIMANA

ARTICOLI CORRELATI

Grotta San Michele vicina a riapertura dopo venti anni: patto Curia- Comune, a gestirla sarà Comitato

AVELLA- (di Bianca Bianco) Luogo di culto e di eremitaggio, la grotta di San Michele è chiusa da circa venti anni perché inagibile. Ieri però è stato compiuto un passo importantissimo in vista della sua riapertura:  l’amministrazione comunale ha infatti siglato l’accordo con la Curia, proprietaria del sito archeologico e di culto, per ottenerlo in comodato d’uso. Nella stessa giornata è stato riconosciuto ufficialmente il “Comitato Grotta San Michele” che dal 1969 è custode del luogo e che ora sarà ente gestore. Il protocollo d’intesa tra Comune e Curia  è fondamentale perché così si potranno ottenere ed utilizzare fondi nazionali ed europei per ripristinare la grotta, chiusa a causa di una frana che l’ha resa inaccessibile. Fondi che già ci sono ed ammontano ad 8 milioni di euro. Da alcuni mesi l’ente comunale sta lavorando in concerto con l’Autorità di Bacino e la Regione Campania per riaprire al pubblico una delle più belle espressioni del culto micaelico del sud Italia, una chiesa rupestre posta all’interno di una cavità rocciosa che è stata testimone del passaggio della storia ad Avella, dal paleolitico sino ai giorni nostri. Ad annunciare novità interessanti ai fini della riapertura del meraviglioso sito archeologico di proprietà della Curia di Nola ora concessa in comodato d’uso al Comune di Avella è il sindaco Domenico Biancardi che ha effettuato pure un sopralluogo con il presidente dell’Autorità di Bacino Stefano Sorvino per risolvere i problemi di dissesto idrogeologico che hanno determinato negli anni Novanta la caduta di rocce all’interno della grotta e la conseguente interdizione all’accesso del pubblico. Sino ad allora il culto di San Michele, molto sentito ad Avella ed in tutto il Meridione d’Italia, si era espresso anche attraverso un costante flusso turistico da parte di chi voleva visitare questo luogo suggestivo ed unico. Poi il crollo di parte di una parete rocciosa ha reso necessario vietare l’accesso, da allora della chiesa non restano che i ricordi di chi l’ha visitata e le testimonianze fotografiche dei bellissimi ed antichi affreschi in essa custoditi. Chiusa da una serie di cancellate, della sua storia non restano che i racconti. Un grave danno per l’archeologia di questo territorio, ricchissima di siti e reperti, che aveva tra i preziosi lasciti del passato proprio la grotta. Scavata probabilmente anche dall’uomo in età preistorica in una zona florida perché attraversata dal fiume Clanio, in epoca normanna la grotta è stata dedicata al culto micaelico come testimoniato dagli affreschi di quell’epoca ancora intatti nonostante sia chiusa da anni. A preservarla ci sono i custodi, che poco possono fare per impedire l’erosione causata dall’acqua e dallo scorrere inarrestabile del tempo; all’interno della cavità, molto ampia, accanto agli affreschi vi sono alcune sepolture di monaci eremiti ed un antico altare con una statua del Santo. Reperti che necessitano, soprattutto gli affreschi parietali, di un intervento di restauro che però non sarà possibile fin quando persisterà il pericolo di frane.

 

I PIÙ POPOLARI

This site is protected by wp-copyrightpro.com