CICCIANO (di Nello Lauro- Il Mattino) “Non ho rubato, non ho frodato, non ho mancato di rispetto a nessuno, non mi sono macchiato di nessuna colpa grave, né tantomeno ho appoggiato qualcuno politicamente”. Parole al vetriolo per un addio al veleno mitigato in parte da parole come “semplicità e tranquillità” che poco o nulla intaccano la clamorosa decisione. Il parroco di Cicciano don Francesco Feola ha lasciato la parrocchia di San Pietro Apostolo e quella dell’Immacolata dopo tre anni di ministero sacerdotale. Il commiato è stato affidato al bollettino parrocchiale consegnato domenica in chiesa a tutti i fedeli con il quale sono stati spiegati i motivi della richiesta al vescovo di Nola Beniamino Depalma di “poter vivere una nuova esperienza e dopo un’attenta e ponderata valutazione”. Una situazione poco chiara in verità che ha spinto lo stimato parroco di Somma Vesuviana a scrivere e dire parole tristi che lasciano tanti dubbi nei fedeli ciccianesi e che hanno scatenato una ridda di polemiche e anche una petizione al vescovo di Nola per far restare don Francesco nelle due parrocchie ciccianesi.
“La voce di questo mio trasferimento – dice don Francesco – è corsa con tante dicerie e cattiverie. Un disagio silenzioso nel mondo parrocchiale cresciuto in maniera esponenziale con lo scorrere del tempo: “Vado via – continua il prete – perché ho capito che è necessaria la presenza di un altro sacerdote, un sacerdote che gruppi e collaboratori parrocchiali riconoscano come parroco e quindi sia legittimato a compiere il suo ufficio”. Una rabbia controllata ma forte quella del religioso che continua con affermazioni durissime: “Ho iniziato venendo come parroco di due comunità, una vita difficile e complicata, che ha portato frutti belli e pieni dei segni della Misericordia di Dio, ma anche – accusa don Francesco Feola – fatto di situazioni brutte, false e meschine che non fanno onore al nostro essere uomini e cristiani”. E infine l’addio: “La storia anche quella recente ci insegna che avere il coraggio di fermarsi per fare spazio agli altri non è segno di viltà e di piccolezza ma di grazia e di forza nello spirito. Ho cercato – conclude don Francesco – di fare il mio dovere con passione e amore e vi chiedo scusa per gli errori commessi certamente non voluti e vi chiedo di pregare per me”. Fede sì, ma non in alcuni uomini: don Francesco lascia Cicciano. Un addio amaro.