“A Srebrenica l’unico modo per restare innocenti era morire”. Con questa frase viene presentato “Come fossi solo”, un libro crudo, essenziale ed emozionante che getta luce su una parentesi storica non abbastanza conosciuta: il massacro di Srebrenica, inquadrato nella guerra in Bosnia-Erzegovina del 1995 in cui migliaia di musulmani bosniaci furono uccisi dalle truppe serbo-bosniache. Marco Magini, l’autore di questo romanzo, era un ragazzo quando i telegiornali raccontavano questo conflitto di una violenza indicibile, quando, per la prima volta, sentì pronunciare il nome di Dražen Erdemovic. L’incredibile e dannata bellezza di questo libro, la sua capacità di penetrare nel cuore della storia e del lettore, gli hanno garantito un posto sul podio del “Premio Calvino” 2013 e una menzione speciale da parte della giuria.
La triste storia di Srebrenica e il processo per l’uccisione di 70 civili filtrano attraverso tre diversi punti di vista. Dirk, casco blu olandese a Srebrenica, rappresentante del contingente ONU, colpevole di non aver impedito la strage, le cui esperienze militari lo avevano reso arido e insofferente nel confronti della sua famiglia. Romeo Gonzáles, aspirante scrittore ma, nei fatti, magistrato spagnolo che conduceva con un abitudinario senso del dovere la sua carriera giuridica, intertetto all’udir “colpevole” dall’ imputato stesso. Dražen, lo pseudo colpevole in questione, vero protagonista della storia, savio e folle e non abbastanza patriottico, l’unico ad aver dichiarato di aver partecipato al massacro e per questo processato e condannato. Mentre i primi due vivevano le proprie vite tra lavori poco gratificanti e nostalgici e stabili rapporti familiari, Dražen, per dare una svolta alla sua vita e alla sua fedele famiglia sempre sul filo di un rasoio, compie l’errore di fidarsi della persona sbagliata ritrovandosi, senza volerlo, arruolato per la terza volta, tra le schiere dei serbo-croati. E proprio lui, che aveva sempre avvertito un senso di inadeguatezza con la divisa e il fucile alla mano, si ritrova, sotto minaccia, a essere colpevole di una strage e, per questo, processato. Seppur diversi, tutti e tre sono accomunati da una speranza, quella di poter tornare a casa sani e salvi dalle proprie famiglie mantenendo una qualche dignità.
La storia, attraverso una scrittura forte e decisa, scorre veloce sotto l’occhio del lettore, in modo emotivamente coinvolgente, ripercorrendo pagina dopo pagina il dramma di Srebrenica e il successivo processo tramite la voce dei tre personaggi, ognuno con una propria impronta: Dirk e Romeo offrono due punti di vista alternativi alla lacerante e drammatica storia di Dražen, il cui atto più coraggioso non è stato tanto sparare, sotto minaccia, a degli innocenti, ma farsi carico, lui solo, di questa colpa. “Come fossi solo” è di sicuro un libro che va oltre il romanzo: diventa documento perché racconta retroscena realmente accaduti e documentati, diventa diario in quanto strumento di riflessione sugli istinti umani e sui sentimenti di odio e solitudine nati dal baratro della guerra, la cui mostruosità nel libro non si palesa soltanto con scontri e schemi di attacco, ma anche con troppo facili uccisioni e atroci stupri. La storia si racconta da sé e Marco Magini non indulge in sentimentalismi: è necessaria la nuda e cruda resa dei fatti per far emergere non solo l’orrore della guerra, ma anche la prostrazione e l’annientamento dell’uomo la cui speranza, come racconta la toccante e accattivante copertina del libro, si aggrappa all’inverosimile e consolatoria presenza di un pianoforte in cumuli di macerie. Libro sicuramente da leggere per non dimenticare, o forse, per non ignorare.
TITOLO: Come fossi solo
AUTORE: Marco Magini
EDITORE: Giunti
ANNO: 2014
PAGINE: 216
PREZZO: 14.00€