NOLA- Festa dei gigli e omaggi ai boss, il Comune di Nola querela il settimanale Panorama e chiede rettifica e risarcimento danni. La rivista diretta da Giorgio Mulè è stata protagonista di un fine settimana di fuoco e di polemiche nella città che venera San Paolino e la sua festa di giugno a causa di un articolo di Fabio Marchese Ragona intitolato “Quanti religiosi omaggi ai boss”. L’idea di partenza dell’approfondimento giornalistico della rubrica “Scenari” era quello di spiegare le infiltrazioni e le commistioni tra le celebrazioni ed i riti religiosi e la criminalità, partendo dal caso di Oppido in Calabria (l’inchino della statua della Madonna dinanzi la casa del boss). Passando in rassegna i casi di processioni e feste che si sono inchinate da sempre alla criminalità organizzata, quest’ultima devotissima spesso ai patroni locali ma soprattutto unica a gestire tutte le manifestazioni collegate ai santi in alcune località del Sud, Marchese Ragona ha inserito anche la processione di Nola. Un unico passaggio incriminato ma che ha scatenato le ire di un’intera città: “Scandalo anche alla festa dei Gigli a Nola con i capiclan acclamati in piazza sulle note de Il Padrino e con i soldi raccolti nel nome di San Paolino che finivano nelle casse della camorra”, si legge.
“Un “pasticcio” di riferimenti e ricostruzioni giornalistiche- dice al giornalelocale il sindaco di Nola Geremia Biancardi- in cui si è confusa ancora una volta la nostra festa con altre”. Come per esempio la piedigrotta barrese, questa sì finita in inchieste della magistratura sulla presenza ingombrante dei clan nell’organizzazione della kermesse. Inchieste che hanno portato ad arresti. E anche il riferimento alla musica de Il Padrino è un evidente equivoco con quanto accaduto alla piedigrotta due anni fa, quando un capoclan di recente arrestato sfilò in Rolls Royce tra la folla.
“E’ già stato dato mandato per querelare Panorama- continua Biancardi-. La città pretende una doverosa rettifica per l’ennesimo fango gettato senza motivo sulla nostra manifestazione. Il Comune però non vuole solo che sia corretto il tiro, vogliamo il risarcimento per i danni di immagine alla manifestazione ed a Nola. Se saremo risarciti, useremo il soldi per opere utili per la città”. Il danno di immagine non deriva, secondo il primo cittadino, da un attacco volontario a Nola ma solo “da approssimazione giornalistica, forse l’autore del pezzo si è limitato a scrivere dopo una ricerca su Google e senza informarsi davvero sulla nostra processione”. “Sono davvero stanco- conclude Biancardi- che si usi sempre il nome della festa per ricostruzioni giornalistiche fantasiose”. Un caso simile scoppiò tre anni fa quando il Tg1 mostrò le immagini della sfilata degli obelischi nolani riferendosi però ad arresti di camorra effettuati ancora una volta per la festa di Barra. L’anno scorso fu invece addirittura il responsabile italiano della Commissione Unesco ad affermare che stava riflettendo sulla eliminazione di Nola dall’elenco della Rete delle macchine a spalla a causa di presunte ingerenze camorriste. Accuse poi rientrate con tante scuse: pochi mesi dopo i gigli di San Paolino sono diventati patrimonio immateriale dell’umanità.