VISCIANO- “Per la terra dei fuochi è responsabile pure la camorra. Ma non solo la camorra”. Don Maurizio Patriciello ha gridato la sua verità dal palco della quinta edizione del Cortifestival Premio Carpine d’Argento. Il sacerdote di Caivano divenuto simbolo della lotta ai roghi tossici e delle bonifiche ha ritirato il premio conferitogli quest’anno per il suo impegno nella battaglia per risalire a cause e responsabili dell’nquinamento dell’ex Campania Felix. E dal palco non ha risparmiato condanne, nel suo solito eloquio tonante intervallato da espressioni napoletane col suo accento dell’area nord. “Anche Visciano è terra dei fuochi- ha esordito- perché i fumi di Caivano arrivano anche qui. Nessuno in Campania è risparmiato dalla condanna dell’inquinamento”. I responsabili della rovina, dice, non sono solo i camorristi, e di certo non sono gli anziani, i bambini e le casalinghe inermi dinanzi lo scempio attuato sistematicamente in questi anni: sono i politici immoibli e gli imprenditori conniventi: “Hanno amdnato l’esercito, ma l’esercito non si vede mai. Hanno fatto una legge, ma è una legge che punisce chi brucia ma non i mandanti. hanno bloccato tutto dopo avere trovato rifiuti radiattivi, ma non esisteva un piano prestabilito prima di intervenire? La verità è che siamo governati da chi non sa, come il ministro dell’ambiente attuale che ignorava cosa stesse accadendo a Caivano, e tutto questo fa capire quanto seriamente sia stata presa la questione a Roma”. “Noi siamo stati traditi- ha dichiarato poi tra gli applausi- Traditi da chi cerca tra la povera gente i responsabili di questo abominio. Ora qualcosa si sta muovendo, ma con una lentezza spaventosa”. Insieme a don Patriciello avrebbe dovuto esserci anche il medico Antonio Marfella, uno dei primi a lanciare l’allarme sul collegamento tra inquinamento e malattie in Campania; Marfella era assente, il suo premio è stato ritirato dal sacerdote.
Dopo la lunga “omelia” sulla terra dei fuochi, il Premio Carpine è tornato al suo ruolo originare: premiare i cortometraggi che lanciano un messaggio sociale. Quest’anno il premio è andato al giovane regista romano Gianluca Viti con suo corto “L’ira funesta” dedicato alle vittime dell’usura. Il film di 13 minuti è stato selezionato e scelto da una giuria tecnica che ha premiato anche l’intenso attore protagonista Vincenzo Borrino. A consegnare l’onorificenza è stato Paolo Russo, deputato di Forza Italia e presidente onorario della manifestazione ideata dal professor Fioravante Meo, patrocinata dal Comune di Visciano e dalla Presidenza della Repubblica e coordinata da Mimmo Napolitano.
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