AVELLINO- E’ stata una perizia grafologica, disposta dal pm della Procura di Avellino Adriano Del Bene, a far scoprire, di fatto, che non è sarebbe mai avvenuta la revisione del “bus della morte” precipitato il 28 luglio del 2013 da un viadotto dell’A16 Napoli-Canosa. Uno dei più gravi incidenti stradali mai accaduti nel Paese nel quale persero la vita 40 persone.
Ai due dipendenti della Motorizzazione Civile di Napoli, Vittorio Saulino e Antonietta Ceriola, la Procura irpina contesta il reato di falso in atto pubblico. I due funzionari si sono introdotti nel sistema informatico della Motorizzazione facendo risultare superati i controlli per ottenere l’autorizzazione a circolare per il bus della “Mondo Travel” della ditta di Gennaro Lametta, fratello dell’autista del bus. I documenti presentati alla Polstrada dopo la tragedia riportano la data del 26 marzo 2013 ma la perizia affidata alla grafologa Silvana Iuliano avrebbe accertato che la firma del titolare dell’agenzia, Gennaro Lametta, sarebbe stata apposta soltanto dopo quella data e che nella documentazione mancavano la richiesta di sottoporre l’automezzo a revisione e il pagamento della previsto versamento. Il Procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, oggi a Roma per motivi di lavoro, potrebbe fare il punto complessivo sull’inchiesta, che adesso vede nove persone indagate a vario titolo, nei primi giorni della prossima settimana. (ANSA).
Viadotto della morte, una perizia grafologica incastra i due funzionari della Motorizzazione
