AVELLA- (di Bianca Bianco- Il Mattino) Una protesta scioccante. Cappi appesi alle finestre, operai che li stringevano al collo per simboleggiare la loro disperazione. E poi gli strumenti da lavoro disposti in ordine sul marciapiedi: il cimitero della loro dignità soffocata da anni di lavoro precario ed ora dall’incubo della disoccupazione. Gli operai forestali della Comunità montana “Partenio- Vallo Lauro” ieri hanno occupato la sede di Avella in piazza Municipio. Un manipolo di uomini, circa una trentina, ha srotolato gli striscioni con quelli che sono diventati gli slogan della loro protesta, poi sono saliti negli uffici della Comunità montana ed hanno appeso da due finestre delle corde che terminavano con sinistri cappi. Un’immagine che non si era mai vista sulle piazze del Baianese, la rappresentazione scenica dell’avvilimento di chi è senza giornate lavorative e senza salario da mesi, con la prospettiva di non averne nei prossimi. Alcuni di loro li hanno anche messi al collo quei lacci stretti da un nodo scorsoio, altri hanno alzato la voce ed espresso la loro rabbia a parole in una piazza disattenta, a due passi da un mercatino di oggetti usati. Ma la protesta è stata pacifica, controllata a vista dai carabinieri e coordinata da Salvatore Alaia, ex sindaco di Sperone che sta seguendo la vicenda degli o.t.i (operai a tempo indeterminato). e degli o.t.d. (operai a tempo determinato) della Partenio Vallo Lauro da tempo. Alle 14,20, dopo sei ore di stallo dinanzi l’ex casa comunale oggi sede della Comunità, il presidio è stato smontato e Alaia ha annunciato: “Ora si ragionerà dinanzi un tavolo istituzionale”. Entro la settimana prossima, è emerso dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali presenti, i sindacati, il presidente dell’ente Domenico Biancardi ed altri referenti istituzionali saranno in prefettura per discutere la vertenza forestali. Una vertenza delicatissima, per la quale però si sarebbe aperto uno spiraglio concreto: “In base a nuovi calcoli- ha spiegato Alaia- servirebbero 3 milioni novecentomila euro per sostenere le giornate lavorative degli operai a tempo determinato ed indeterminato. Mancano 800mila euro che potrebbero essere stornati dai fondi a disposizione per gli appalti a ditte esterne”. Sarà la Regione a verificare se questa è una strada percorribile per uscire dalla crisi e dare a 230 operai una speranza per loro e le loro famiglie. In attesa di una svolta, restano la disperazione ma anche le polemiche contro l’assessore regionale Daniela Nugnes che ieri dalle pagine del Mattino ha declinato le proprie responsabilità nella vicenda ed invitato provocatoriamente a mandare tutti gli atti in Procura ed alla Corte dei conti per accertare a chi siano attribuibili gli oneri della condizione dei lavoratori. A lei ha risposto ieri mattina il presidente della Partenio Vallo lauro Domenico Biancardi: “Siamo pronti a mandare i documenti alla Corte dei Conti, e ribadiamo che in questa faccenda Nugnes ha errato nella programmazione e nella ripartizione dei fondi europei. Se c’è un responsabile, quello è l’assessore stesso che deve dimettersi. Dal nostro canto siamo disposti in ogni momento ad azzerare tutto e lasciare campo alla gestione commissariale, poi staremo a vedere cosa è in grado di fare chi verrà al nostro posto”. La polemica tra le istituzioni non fa che accendere un ulteriore fuoco nell’inferno che già stanno vivendo le famiglie degli operai senza salario e senza futuro. Persone che non hanno smesso comunque di arrendersi e che domenica 8 giugno compiranno un altro gesto speciale. Saranno a Pontessieve, comune di residenza del premier Renzi, e cercheranno di consegnargli una lettera in cui spiegano quello che stanno passando. “Non è una gita in Toscana- spiega Alaia-, né un viaggio della speranza. A Renzi vogliamo solo far capire che ci sono italiani che oggi soffrono, e molto, per colpe non loro, e per una crisi dalla quale si può uscire solo se c’è una vera volontà da parte di tutti, dai sindaci allo stesso premier”.