lunedì, Novembre 25, 2024
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False aste giudiziarie, coniugi in manette: avevano falsificato timbri del Tribunale di Nola

tribunaleNola2NOLA- La compagnia della Guardia di Finanza di Casalnuovo di Napoli ha eseguito 2 misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti
residenti nei comuni di Santa Anastasia e Marsala (Trapani), operanti nel settore delle aste giudiziarie, indagati per truffa aggravata e falso in atti pubblici.
I finanzieri hanno, infatti, operato le due ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Antonio Pone e della sua convivente Maria Paola Pasqualina Saladino, accusati di avere truffato un meccanico e una commerciante di Pomigliano d’Arco.

Le indagini scaturiscono da due esposti presentati alle Fiamme Gialle di Casalnuovo di Napoli dai due piccoli imprenditori pomiglianesi entrati in contatto con gli indagati per la partecipazione ad alcune aste giudiziarie. Infatti, gli indagati, in possesso di una procura speciale da parte di un notaio di Napoli, si erano proposti di rappresentare gli acquirenti finali truffati, conosciuti tramite amici comuni, nel corso delle aste giudiziarie. Le immediate investigazioni condotte dalla Polizia Giudiziaria hanno permesso di scoprire il meccanismo dell’articolata truffa attuata dagli indagati: le perquisizioni disposte dalla  Procura della Repubblica hanno consentito di acquisire supporti informatici e documentazione contenente prove schiaccianti circa la falsificazione di documenti relativi alle aste giudiziarie. Gli indagati hanno falsificato anche timbri e sigilli del Tribunale di Nola, firme di Giudici e Cancellieri, oltre i documenti di assegnazione degli immobili su
carta intestata di Equitalia. Gli arrestati avevano curato nei minimi particolari la predisposizione di tutti gli atti tipici di un’assegnazione giudiziaria degli immobili, fornendo in tal modo ampie garanzie alle vittime, in ordine alla bontà e proficuità dell’investimento proposto.

All’esito delle indagini è stato appurato l’illecito arricchimento degli indagati per circa 160mila euro dati loro dalle ignare vittime attingendo dai propri risparmi. Di fatto, facendo ricorso all’esperienza maturata dalla partecipazione ad aste giudiziarie, gli arrestati avevano ottenuto la somma in anticipo rispetto all’aggiudicazione ingenerando nelle vittime il convincimento che si trattasse di un primo adempimento previsto dalla procedura. Approfittando della disponibilità delle vittime, inoltre, gli arrestati hanno richiesto ulteriori somme proponendo l’acquisto di altri immobili tramite la medesima procedura. A tal punto i malcapitati hanno deciso di rivolgersi alla Guardia di Finanza di Casalnuovo di Napoli

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