di Isabella Savinelli
“In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso”, Paulo Coehlo. Questa sensazione di realtà/irrealtà insita nella favola, teatro di animali, specchio degli uomini, semplice ma ricco di significati da elargire, è la colonna portante delle favole di Luis Sepúlveda che, riprendendo la funzione educativa di Esopo e la saggezza di Fedro, arrivano dritto alla sensibilità e alla morale di qualsiasi lettore. In particolar modo, “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, pubblicate dal 2012 a un anno di distanza, riprendono l’indimenticabile successo della più remota “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare ”: fluidità, intensità, dolcezza e concretezza le accomunano e le impreziosiscono.
“Storia del gatto e del topo che diventò suo amico”è ambientata a Monaco di Baviera dove Mix e Max, un gattino e un bambino, istaurano un profondo rapporto di amicizia. Quando Max diventa grande, lo porta a vivere con sé ma il gatto avverte una profonda solitudine a causa della continua assenza del suo padrone per motivi di lavoro. Mix scopre la presenza di un topo a cui darà il nome di Mex e con cui istaurerà un forte legame a tal punto che Max, resosi conto subito della forte amicizia tra i due animali e del bisogno che aveva Max di una compagnia, non li ostacola né allontana il topo. Da quel momento nasce una gran bella intesa tra i tre, tra voli sui tetti e cacce a ladri.
“Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” ha come protagoniste delle lumache che trascorrono il loro tempo in un prato chiamato Paese del Dente di Leone, affrontando ogni momento con la dovuta calma e chiamandosi tra di loro “lumaca”. Una di loro, però, non vuole semplicemente vivere lentamente, ma vorrebbe un’identità precisa, siglata da un nome, e scoprire i motivi della sua lentezza. Così, nonostante il rimprovero da parte delle amiche, che non approvano questo suo modo di fare, parte alla scoperta della vita incontrando sul suo percorso tanti animali che le insegneranno il valore delle cose che poi lei, battezzata “Ribelle”, confiderà alle sue lenti ma fedeli compagne.
Attraverso queste due preziose favole lo scrittore catapulta nuovamente i suoi lettori, grandi e piccoli, in un mondo surreale, con un piede in una favola e l’altro nella realtà. Come avviene sempre per i libri di Sepúlveda, anche qui la prosa è leggera e fiabesca, la trama è molto semplice, come semplice e leggermente velato è il messaggio: l’importanza del tempo e della riflessione dietro la figura della lumaca che, testarda e altruista, in un mondo che ha perso la dimensione del tempo e della calma, immerso in un vorticoso e stressante andamento, capisce che forse la sua lentezza è un pretesto per riflettere sulle persone e sulle cose che stanno intorno; il gatto e il topo che, dietro la commovente e tenera storia di un’amicizia nella diversità, esemplificano la stranezza e la diversità di un profondo affetto che può essere mantenuto a dispetto delle differenze e dei pregiudizi, in virtù della lealtà e della solidarietà. Di sicuro ad accomunare le favole di Luis Sepúlveda c’è l’amore, la profondità, l’umanità e la libertà, che emergono dalla tenera e disperata pretesa di avere un nome o di comprendere i motivi della propria essenza, e dall’incipit di una delle favole: “Potrei dire che Mix è il gatto di Max, oppure che Max è l’umano di Mix, ma come ci insegna la vita non è giusto che una persona sia padrona di un’altra persona o di un animale, quindi diciamo che Max e Mix, o Mix e Max, si vogliono bene”.
AUTORE: Luis Sepúlveda
TITOLO: Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
ANNO: 2012
EDITORE: Guanda
PAGINE: 86
PREZZO: 10.00 €
AUTORE: Luis Sepúlveda
TITOLO: Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza
ANNO: 2013
EDITORE: Guanda
PAGINE: 95
PREZZO: 10.00 €