domenica, Aprile 20, 2025
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Dia, sequestro milionario ai Casalesi: nel mirino imprese calcestruzzo ed immobili

CASERTA –  Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli nell’incessante attività di aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti dalla camorra, stanno completando l’esecuzione di diversi provvedimenti emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere -Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di altrettanti esponenti del clan dei casalesi. I beni interessati dai provvedimenti eseguiti dalla Dia, costituiti da immobili e società, ammontano complessivamente al valore di circa tre milioni di Euro. In particolare i tre provvedimenti di sequestro riguardano:

Vincenzo Abbate, 60enne di San Prisco (Caserta), intraneo al gruppo ZAGARIA, che venne colpito da un’ordinanza restrittiva per associazione camorristica nel 2006.

Le indagini poste a supporto della citata ordinanza dimostravano che il gruppo camorristico riferibile alla famiglia Zagaria aveva assunto un assetto organizzativo articolato e complesso tanto da soddisfare le diverse esigenze operative ed i differenti ambiti di intervento.

Il sequestro della Dia ha riguardato anche tre società di Abbate.

 

Giuseppe Granata, 50enne di Teverola (Caserta), anch’egli intraneo al gruppo Zagaria, venne colpito da un’ordinanza restrittiva per associazione camorristica nel 2002. Secondo quanto si legge in una nota della Dia, “emerge la sua partecipazione all’organizzazione camorristica, con funzioni di continuo supporto logistico e nel settore imprenditoriale del gruppo. Diversi collaboratori di giustizia indicano il Granata quale imprenditore nel settore edile inserito organicamente nel clan, continuo fiancheggiatore e punto di riferimento dei capi”.

La Dia ha sequestrato un immobile a Teverola (Caserta). 

Pasquale Granata, 52enne di Casapesenna (Caserta), detto “o ragioniere”, cugino di primo grado di  Michele Zagaria, capo dell’omonima fazione casalese, venne colpito da un’ordinanza restrittiva per associazione camorristica nel 2006.

Dalle indagini poste a supporto della citata ordinanza emerge, si legge nella nota Dia,  “la sua partecipazione all’organizzazione camorristica, con compiti di tipo strettamente finanziario. In particolare, il Fontana si era occupato di investire il denaro, proveniente dalle condotte tipicamente illecite, in contesti che per collocazione geografica (il nord Italia), economica (acquisto di immobili) e personale (imprenditori e società settentrionali) erano idonei ad ottunderne la provenienza”.

A Fontana è stato sequestrato un immobile a San Cipriano d’Aversa (Caserta).

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