NOLA- Inchiesta sulla Banca popolare vesuviana e sull’evasione fiscale: sequestrati 7 milioni di euro a società operanti nel Nolano e nel Vesuviano.
L’operazione è stata svolta dalla Polizia tributaria di Nola coordinata dalla Procura cittadina. I finanzieri hanno effettuato il sequestro preventivo di beni per 7 milioni di euro a carico di diversi indagati, il provvedimento è l’epilogo di una complessa indagine, effettuata nei confronti dell’istituto di credito, nell’ambito della quale è stata accertata la presunta esistenza di una associazione per delinquere finalizzata al compimento di atti illeciti idonei a favorire persone fisiche o giuridiche nella concessione di linee di credito in assenza di merito creditizio bancario.
Nella prima parte dell’indagine, si legge nella nota siglata dal procuratore capo Paolo Mancuso, erano “già emersi gravi elementi di reità a carico di amministratori e di componenti del collegio sindacale della Banca, nei cui confronti, lo scorso aprile, era già stato operato il sequestro preventivo di beni immobili per quasi un milione e mezzo di euro”. Successive indagini hanno riguardato gli aspetti contabili e fiscali di alcune società clienti della Banca.
In questo contesto, i finanzieri hanno esaminato le scritture contabili ed i flussi finanziari generati dalle società monitorate e controlli di coerenza esterna che hanno secondo gli inquirenti dimostrato che esistevano gravi anomalie nella contabilizzazione di operazione di acquisto e di vendita di rottami metallici commercializzati da parte di soggetti che erano ‘dominus’ della attività illecita.
Secondo la Procura e la Gdf, gli indagati attraverso la emissione e l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti hanno evaso le imposte sui redditi e l’Iva per oltre sette milioni di euro. All’esito delle indagini è arrivato il sequestro preventivo di beni immobili, mobili, quote societarie e disponibilità finanziarie nella titolarità degli indagati, pari a 7 milioni di euro.