Anatema della Diocesi di Nola sui trasporti pubblici regionali. Don Aniello Tortora, direttore dell’Ufficio Problemi sociali e lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del Creato, è intervenuto sul grave disagio sociale dei lavoratori e degli studenti pendolari derivante dalla crisi del settore dei trasporti sul ferro campano e, in particolare, della Circumvesuviana.
Una condizione ben nota, che si aggrava di giorno in giorno, sulla quale don Aniello ha voluto scrivere parole di fuoco sottolineando come sia “un sacrosanto diritto-dovere della Chiesa di Nola, ancora una volta, alzare la voce e denunciare questo dramma insostenibile e vergognoso che il nostro territorio sta vivendo. La Chiesa richiama tutti i responsabili, Istituzioni politiche tutte e Azienda, a perseguire il principio del bene comune”.
Un dramma sociale, lo definisce , ingigantito nella Circumvesuviana da “inefficienza, ritardi, mancanza di sicurezza, soppressioni, rincari, mancanza di sviluppo e di qualità del servizio”, diventate “caratteristiche dell’azienda”. “E- continua don Aniello- come sempre, a pagare direttamente le conseguenze di questa triste situazione, è la povera gente. I lavoratori e gli studenti che, quando il servizio funziona, arrivano spesso in ritardo sui loro luoghi abituali di vita quotidiana. Anche i turisti sono penalizzati da questo stato di cose. Meno treni in circolazione vuol dire attese lunghe e snervanti, vagoni pienissimi, servizio pessimo. Tutto quanto fa arrivare alle stelle la rabbia dei viaggiatori. E qualcuno rischia anche il posto di lavoro”.
Sul banco degli imputati ci sono tutti. Non solo l’azienda, ma anche le politiche regionali sui trasporti “che tolgono risorse economiche al trasporto pubblico locale, con tagli che non permettono l’acquisto di materiale di ricambio per la manutenzione dei treni”. Tagli che non potranno essere recuperati dalla privatizzazione paventata dalla regione.
“Non tocca certo alla Chiesa entrare “nelle questioni o scelte tecniche” della politica o di un’Azienda- tuona don Aniello- Ma è certamente un sacrosanto diritto-dovere della Chiesa di Nola, ancora una volta, alzare la voce e denunciare questo dramma insostenibile e vergognoso che il nostro territorio sta vivendo. La Chiesa richiama tutti i responsabili, Istituzioni politiche tutte e Azienda, a perseguire il principio del bene comune”.