TUFINO- Amianto grattato da 499 elettromotrici e 1740 vagoni bonificati. Parte delle scorie e dei veleni dell’ex Isochimica di Avellino sarebbero finiti anche in una cava di Tufino. Altre furono invece portate in una cava di Sperone. Viene fuori dall’inchiesta che la Procura di Avellino ha avviato sulla incredibile vicenda dell’Isochimica, la fabbrica di Pianodardine che era ed è tuttora una bomba ecologica che ha già causato la morte di 9 dei suoi ex operai, 140 dei quali sono ammalati. La fabbrica quest’estate è stata sequestrata, e deve ancora essere bonificata. L’azienda, dismessa nel 1990, negli anni Ottanta curò la coibentazione e scoibentazione di 2500 vagoni di Ferrovie dello Stato; le carrozze venivano ripulite dell’amianto che poi, hanno raccontato in seguito i testimoni, soprattutto ex dipendenti, veniva interrato a mani nude nello stabilimento o impastato col cemento.
Oggi su Isochimica indaga la procura diretta da Rosario Cantelmo, che sta ascoltando numerosi testimoni. E proprio dalle testimonianze è venuto fuori che parte dell’amianto grattato via dai vagoni fu portato in cave di Tufino e di Sperone. Il politico Giovanni Maraia (“Ariano nin movimento” ) ha scritto all’Arpac: “La maggior parte di quei ventimila quintali di amianto furono trasportati e forse interrati nelle cave di Tufino e Sperone”.