NOLA- Limitare l’uso di prodotti fitosanitari su verde pubblico e privato. Lo impone l’ordinanza del sindaco di Nola Geremia Biancardi che regola il ricorso a questo tipo di prodotti (che servono a limitare l’insorgenza di malattie delle piante) su verde pubblico, privato e residenziale.
Il provvedimento numero 157 firmato ieri (4 novembre) dal primo cittadino, scaturisce dall’invio da parte del Dipartimento di Prevenzione “Servizio Igiene e Sanità Pubblica” della nota numero 2006 del 22 ottobre scorso. Una nota in cui il Dipartimento segnala al Comune la presenza troppo alta di stagno e berillio rilevata dall’Arpac nei campionamenti successivi il rogo della cereria Nappi, avvenuto lo scorso 14 luglio.
L’Arpac, come si ricorderà, effettuò diversi campionamenti con la tecnica del topsoil, ovvero prelevando alcuni centimetri di terreno dalla villa comunale di Saviano e da giardini di abitazioni private circostanti l’area artigianale in cui era scoppiato il devastante incendio dell’opificio che produceva candele e ceri.
I primi risultati furono trasmessi alle amministrazioni comunali coinvolte territorialmente (Nola, Saviano, San Vitaliano, Scisciano) e non mettevano in allarme i sindaci perché non si erano riscontrati livelli rischiosi di sostanze chimiche dannose per l’organismo umano e per la flora. Risposte che gli attivisti del Forum ambiente non hanno mai ritenuto soddisfacenti. Gli ambientalisti hanno chiesto altre analisi ed altri controlli all’Arpac, suggerendo alle amministrazioni di non far passare sotto silenzio la questione.
Gli esami dell’Agenzia regionale sono state dunque inviate al Dipartimento di Prevenzione che lo scorso 22 ottobre ha informato il primo cittadino di Nola. In base agli esiti, nelle aree sottoposte a carotaggi si evince una “anomalia delle concentrazioni di stagno e berillio”, e che questa sarebbe “superiore alla concentrazione della soglia di contaminazione prevista per verde pubblico, privato e residenziale”.
Parchi e giardini insomma sono contaminati, anche se i tecnici dipartimentali non ritengono che questa contaminazione sia collegata all’incendio di luglio. Poiché comunque gli effetti di queste sostanze possono essere “acuti e cronici” perché assumibili dall’uomo attraverso la pelle e poiché responsabile di questo livello di concentrazione sarebbe “l’uso di emissioni industriali e di prodotti sanitari”, è scattata l’ordinanza sindacale in cui si prescrive di limitare l’uso di fitosanitari in zone verdi pubbliche e sul verde pubblico privato.