E’ stato fermato con l’accusa di omicidio aggravato dai carabinieri del Comando di Vallo della Lucania il marito della 48enne di origine bulgara massacrata di botte (anche a colpi di sedia) e abbandonata senza vita in una zona di campagna a Vallo della Lucania (Salerno), poco distante dalla strada provinciale. Il corpo della donna era stato ritrovato ieri mattina: in un primo momento si era pensato a un investimento, dato che il corpo si trovava a circa 10 metri dal guard rail della strada che collega Vallo Scalo con Vallo della Lucania. A segnalare il corpo era stata una chiamata anonima al 112. I carabinieri, giunti sul posto, si sono trovati di fronte al cadavere della donna che mostrava numerose ecchimosi e tumefazion e una evidente ferita alla nuca. A seguito dei primi accertamenti, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Giancarlo Grippo e dal Sostituto Procuratore Valeria Palmieri, si è ricostruito che G.V., da tempo in Italia, lavorava come badante, e abitava poco distante dal luogo in cui era stato trovato il suo cadavere, con il marito K.Y., un muratore residente in Italia da diversi anni, e al figlio, un bracciante agricolo. Nel corso di un’accurata ispezione della casa, che pure era stata accuratamente ripulita, attraverso i mirati rilievi effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche, sono stati trovati indizi significativi e tracce ematiche, verosimilmente riconducibili alla vittima. A quel punto gli investigatori si sono concentrati sulla ricostruzione delle ultime ore di vita della donna, appurando l’esistenza di un rapporto conflittuale con il marito, sfociato – in più circostanze – in aggressioni da parte del coniuge, violenze fisiche mai denunciate dalla donna, che aveva tentato di nascondere anche ai prossimi congiunti. L’uomo, rintracciato poco dopo dai militari dell’Arma, ha spiegato agli inquirenti di aver lasciato la moglie a casa nelle prime ore della mattinata per recarsi al lavoro e di non essere a conoscenza di elementi utili alle indagini. Ma, a insospettire gli investigatori, ci hanno pensato i segni di colluttazione e una vistosa tumefazione a una mano. All’esito di un lungo interrogatorio, condotto dal Pubblico Ministero e dai militari dell’Arma, il 45enne bulgaro K.Y ha confessato, riconducendo il delitto a motivi passionali, legati a presunte reciproche infedeltà coniugali. L’uomo, dopo aver ucciso la moglie, ha tentato di occultare il corpo trasportandolo con una carriola in un vicino bosco e ponendo financo la borsa della stessa, con all’interno i suoi documenti, al suo fianco. Al termine degli accertamenti il fermato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Vallo della Lucania a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.