di Claudio Cafarelli (Maidirecalcio.com)
MaiDireCalcio.com ha intervistato in esclusiva Marco Bellinazzo, giornalista de “Il Sole 24 Ore”. Grazie al suo contributo abbiamo cercato di analizzare gli scenari futuri del calcio Napoli sul progetto stadio, sulle reali capacità della società azzurra di essere protagonista in Italia ed in Europa, ma è stata l’occasione anche per parlare della nuova figura del calcio italiano, Erik Thohir, e della situazione in casa Milan.
La gestione economica e finanziaria di De Laurentiis sembra impeccabile. Dal suo arrivo i conti del Napoli sono sempre in regola. Cosa manca alla società azzurra per fare il cosiddetto salto di qualità a livello europeo e puntare a vincere in campo nazionale e internazionale? Banalmente l’unica strada tracciata da percorrere è quella della Juventus con lo stadio di proprietà come più volte invocato dal presidente?
Cominciamo con il dire che la cosa fondamentale è che il club possa disporre di uno stadio nuovo e moderno, che sia anche di proprietà è relativo. Ci sono modelli come quello dell’Udinese (concessione di lunghissimo periodo) che permettono di avere garanzie di analoghe allo stadio di proprietà. Serve una struttura polifunzionale, dedicata al calcio ma che venga fatta a misura di famiglie e sponsor, con sky box all’altezza degli stadi europei e capace di dare più servizi, con strutture commerciali, di ristorazione, di parcheggio. Tutte componenti che altrove sono scontate ma che per Napoli rappresenterebbe una rivoluzione perché significherebbe incidere in un tessuto sociale che “vive” della mancanza di queste strutture (parcheggiatori abusivi, ristorazione “ambulante”). Insomma tutte quelle realtà che all’estero non esistono e che qui fanno parte dello scenario di uno stadio italiano.
Quali sarebbero gli investimenti necessari per realizzare uno stadio di proprietà?
Per avere uno stadio di proprietà redditizio occorre costruire un impianto di almeno 60 mila posti con un investimento di 300 milioni, che in questo momento rappresentano una somma non facilmente recuperabile, a meno che non si attirino capitali privati e l’emendamento alla Legge di Stabilità che il Governo stava per presentare al Senato prima che si scatenassero le polemiche degli ambientalisti che temono speculazioni edilizie andava in questa direzione. Vedremo cosa succederà alla Camera, ma le previsioni sono per l’ennesimo fallimento del progetto di riforma degli impianti.
Negli ultimi giorni si è parlato di una proroga dell’attuale convenzione tra Comune e Calcio Napoli ritiene sia la soluzione più adatta per entrambe le parti?
Significherebbe perdere altro tempo, anche se pragmaticamente mi rendo conto possa essere la soluzione migliore.
Nel caso di approvazione della famosissima legge sugli stadi, ritiene che il Napoli sia già pronto in un certo senso ad attuarla? Ad essere appetibile per investimenti privati?
Uno stadio moderno che abbia le caratteristiche che ho detto è un investimento interessante per i privati. Basti pensare alla ristorazione napoletana che potrebbe essere coinvolta, penso ai tanti negozi di abbigliamento, alla sartoria e alle tante peculiarità che ha l’industria manifatturiera a Napoli e che potrebbero trovare nel San Paolo una vetrina internazionale. Le condizioni oggettive ci sarebbero, ovviamente c’è bisogno di accordi con De Laurentiis o con il Comune nel caso di concessione ultradecennale.
Il Presidente recentemente ha parlato di un tesoretto di 50 milioni da spendere a gennaio. Ritieni possibile un tale esborso?
Il Napoli ha la possibilità di spendere intorno ai 30 milioni e ha la possibilità di far crescere di ancora 10-15 milioni il costo degli ingaggi. In questo senso è sempre rischioso dichiarare quante “munizioni” si hanno prima di affrontare trattative di calciomercato. Però il Napoli, oggettivamente, ha il margine per farlo.
Il bilancio dell’ultimo anno e la cessione di Cavani possono permettere alla società di poter puntare nella prossima stagione ad acquisti top o ci si deve attendere un’altra cessione illustre?
Assolutamente, il Napoli non ha più bisogno di cedere. Ovviamente però se entrerà nei primi 3 posti, e in caso di terzo posto se entrerà nei gironi Champions. Il Napoli è in una situazione di equilibrio. La società è riuscita ad aumentare i ricavi commerciali (circa 30 milioni all’anno) e a mio avviso potrebbe crescere di altri 10-15 milioni. Ma per fare ciò servono investimenti, vittorie e grandi nomi e questo è garantito solo dall’ingresso in Champions da raggiungere almeno due volte per ogni triennio.
Dopo mesi e mesi di trattative Thohir è diventato presidente dell’Inter. Come valuta l’ingresso dell’indonesiano nella società nerazzurra? E’ stata giusta la scelta di Moratti? Ritiene che il patrimonio di Thohir possa avere lo stesso impatto che la Qatar Investment ha avuto sul Psg e l’intera Ligue 1?
Thohir ha dichiarato più volte che intende crescere gradualmente, puntare sui giovani e ripartire da un bilancio in equilibrio. L’Inter è una società che nonostante abbia tagliato i costi negli ultimi anni, ha perso 40 milioni di ricavo. C’è uno squilibrio tra ricavi e costi di circa 100 milioni. Prima bisognerà partire da quello. La società nerazzurra sicuramente avrà una sanzione Uefa per aver sforato i parametri del fair play finanziario e Thohir non ha intenzione di commettere irregolarità o le forzature del Psg che costeranno alla società parigina una sanzione ben più grave. Tutto questo però a patto che la Uefa confermi le sue intenzioni sul fair play finanziario.
Situazione Milan. Galliani sembra lontanissimo dalla società rossonera, come valuti il suo operato negli ultimi anni da un punto di vista finanziario?
Da un po’ di tempo stiamo assistendo ad una rivoluzione nel calcio italiano, una rivoluzione che racconto da tempo sia da un punto di vista economico che finanziario. Abbiamo davanti uno scenario totalmente cambiato rispetto a qualche anno fa. Ne hanno beneficiato Roma e Napoli, ma soprattutto la Juventus ricostruendo uno stadio di proprietà e ritrovando il primato economico e sportivo in Italia. Galliani credo vada giudicato in base al mandato ricevuto dalla Fininvest. In questi anni la proprietà ha chiesto di rendere autonomo il Milan da un punto di vista finanziario, e Galliani ha raggiunto l’obiettivo. Questo ha portato ad una serie di sacrifici, abbassare i costi e vendere tanti campioni, dando una nuova fisionomia al Milan legata ad un progetto di sviluppo del club. Da questo punto di vista forse c’è qualche mancanza nell’operato del dg, perché nell’attuale rosa non ci sono giovani di prospettiva, eccetto forse El Shaarawy e De Sciglio. Le critiche sono di natura sportiva e non certamente finanziaria, fermo restando che nel Milan c’è un ricambio generazionale che avverrà nel corso dell’anno. Vedremo se questo nuovo Milan riuscirà a rivedere il proprio modello di business e a rilanciare la squadra, sancendo il cambio di rotta richiesto da Barbara Berlusconi.