Un libro sottratto dall’ombra degli scaffali e riportato dopo anni alla luce: Malacqua, il piccolo-grande romanzo che reca la firma di Nicola Pugliese, scrittore e giornalista nato a Milano ma trapiantato a Napoli sin da subito e rimasto incantato dalla città partenopea tanto da renderla oggetto di racconto. Pugliese è poi morto nel 2012 ad Avella, diventato il suo rifugio. Una condizione di riservatezza e lontananza dai riflettori che lo ha fatto paragonare a Salinger.
Malacaqua è il suo romanzo d’esordio, pubblicato nei lontani anni Settanta dalla casa editrice Einaudi dopo il parere entusiasta di Italo Calvino che, sottolineando la grande forza comunicativa e il profondo significato del libro, ha contribuito all’inizio del suo successo. Il libro non è mai più stato riedito, ha circolato per molto tempo in copie vendute a caro prezzo e letture di appassionati, fino al 2013, anno in cui l’editore Tullio Pironti, ripubblicandolo, ha contribuito all’arricchimento della tradizione letteraria meridionale.
Malacqua, sottotitolato “quattro giorni di pioggia nella città di Napoli in attesa che si verifichi un accadimento straordinario”, è la cronaca di quattro giorni di pioggia, dal 23 al 26 ottobre di un anno imprecisato, nella città partenopea. Il racconto viene filtrato dal giornalista Andreoli Carlo con commenti, accurate descrizioni ed acute interpretazioni che ricalcano il pensiero dello scrittore. Questa pioggia incessante apre una voragine in via Aniello Falcone in cui perdono la vita due persone, e causa un crollo in via Torquato Tasso dove muoiono nel sonno cinque persone. Ed ecco che a queste tragedie si affiancano degli episodi anomali che alimentano la suggestione e lo scetticismo del popolo napoletano: nei due luoghi della tragedia vengono ritrovate delle bambole dai capelli neri, dal Maschio Angioino si odono delle grida e delle urla strazianti provenire da una stessa bambola e, infine, il mare si riversa sulle strade di via Caracciolo e nei dintorni facendo magicamente risuonare le monetine da cinque lire. Nel frattempo piove, scorrono catene interminabili di pioggia che fanno vacillare le piccole conquiste quotidiane della gente comune, una pioggia che, insieme a frane e drammi personali, avrebbe infuso un sentimento di attesa di “un accadimento straordinario”: nell’aria, in uno scenario fatto di eventi luttuosi, misteriosi e grotteschi, alla paura si mescola la speranza, la speranza che prima o poi qualcosa di straordinario sarebbe successo.
Impeccabile la scrittura di Pugliese, letteraria, arguta, intensa e surreale, con vive tonalità espressive, fatta di frasi secche e penetranti e di metafore e paragoni perfettamente calzanti agli eventi evocati come quando definisce l’effetto straniante dell’acqua: “sulla città, ad alzare gli occhi, scendeva e scendeva questo velo di pioggia, ed una trama sottile la pioggia segnava in lontananza, e gli stessi pensieri erano pensieri umidi…”, oppure l’attesa dell’evento straordinario che “pesava sui cuori come una ferma ineliminabile gigantesca pressa”. Pugliese si è dimostrato capace di penetrare nel folklore e nell’animo napoletano: ci ha presentato una Napoli angosciata e sconfortata e, attraverso l’immagine della pioggia, l’autore è penetrato nelle piaghe di una città ferita che, rimarcando sulla sua malinconica vena giocosa, attendeva con ansia e rassegnazione lo straordinario accadimento che si sarebbe palesato dopo quella pioggia che, a quanto pare, non poteva essere soltanto una semplice pioggia. È di sicuro, questo, un libro che rivela il cuore di una Napoli vicina e al contempo lontana, intensa e sfuggente, una città colorita, intrisa di acqua e di verità.
AUTORE: Nicola Pugliese
TITOLO: Malacqua
EDITORE: Tullio Pironti, 2013
PAGINE: 151
PREZZO: 11.90 €