(di Bianca Bianco) Mugnano del Cardinale. Tornò in Italia solo per una settimana per conoscere la sua bambina appena nata. Poi di nuovo al fronte, a servire una patria che lo aveva separato dalla giovane moglie Annunziata, sposata da un anno. Non sapeva, Francesco Napolitano, che come tanti altri militari italiani da vivo non avrebbe rimesso più piede nel suo paesino. E che a riaccoglierlo tra la sua gente, in una cassa di zinco, sarebbero stati, sessantotto anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la sua morte in un campo di concentramento, quella sua bambina ormai madre e nonna ed i suoi nipoti. Questa è la storia di Francesco Napolitano, soldato del Tredicesimo raggruppamento di Artiglieria di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano. Nato il sei settembre del 1916 a Mugnano, morto sotto i bombardamenti nel lager di Dortmund il 25 marzo del 1945, sepolto da allora nel Cimitero d’onore italiano di Francoforte sul Meno. Francesco da domenica riposerà sotto il cielo italiano, nella terra consacrata del camposanto del suo comune di nascita. Sabato 5 ottobre un volo di Stato lo riporterà a Napoli, domenica una messa solenne celebrata nella Chiesa della Madonna del Carmine a Mugnano renderà onore al suo sacrificio ed anche alla incredibile volontà dei suoi nipoti Nunzio, Loredana ed Antonio, e della figlia Maria Rosa che dopo una battaglia fatta di burocrazia e istituzioni sorde sono riusciti a ricondurlo a casa. Lo racconta commosso il nipote Nunzio D’Apolito: “Conoscevamo la storia di mio nonno, agricoltore strappato alla sua terra ed alla sua giovane famiglia per andare a combattere in Germania. Prima mia nonna, ora scomparsa e che per anni ha dovuto lottare per essere riconosciuta vedova di guerra, poi mia madre e infine noi nipoti abbiamo cercato negli anni di avere notizie della sua sepoltura. Ma il suo nome non figurava in nessun elenco del Ministero della Difesa”. Poi un amico in visita al Sacrario di Francoforte si accorge dell’assonanza di quel nome, lo comunica a Nunzio che si arma di pazienza ed amore e, attraverso Roberto Zamboni, gestore del sito dimenticatidistato.altervista.org che elenca i nomi e racconta le storia dei soldati italiani morti al fronte e sepolti all’estero, riesce ad arrivare a suo nonno che riposava lì, a 1148 chilometri dai suoi cari che non lo hanno mai dimenticato. Francesco fu fatto prigioniero dopo l’armistizio ed internato nel lager di Dortmund insieme a migliaia di soldati italiani. Morì sotto i bombardamenti e fu sepolto insieme ad altri 4786 compatrioti. Domenica il parroco padre Giuseppe della Chiesa del Carmine, al Cardinale, celebrerà la Messa solenne alla presenza dei familiari, dell’amministrazione comunale, della rappresentanza dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei Carabinieri. Un omaggio postumo al soldato Napolitano. “Questa vicenda- spiega Nunzio- ci ha donato sentimenti contrastanti. L’enorme felicità di avere ritrovato le spoglie di mio nonno, ma anche la rabbia per come questi servitori dello Stato sono stati dimenticati per decenni. Le famiglie hanno vissuto queste tragedie nella solitudine e nell’oblio. Una ingiustizia che abbiamo riparato solo grazie al nostro desiderio di riportare le ossa del nostro congiunto nella terra in cui è nato”.