Calano i consumi alimentari nei primi otto mesi, registrando -1,8% in quantità e -3,7% in valore rispetto allo scorso anno. E’ l’ultima rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko, dalla quale emerge che, a fronte di riduzioni per tutto il carrello della spesa, dalla pasta al pesce, dal latte alla frutta, le uniche variazioni positive si registrano per i prodotti del reparto pasticceria e biscotteria (+2,3% in volume), uova (+1,7%) e formaggi (+0,9%), mentre i vini crescono solo in termini di spesa (+3,6%) a causa dei rincari. I consumi di pasta si riducono dell’1% in quantità e del 9% in valore per l’incidenza delle promozioni e dei discount; quelli delle carni fresche rispettivamente di -2,4% e -1,4%; quelli di lattiero-caseari (-2,2% e -3,8% in valore), sui quali pesa la flessione del latte fresco (-4% e -7,5%). Per l’ittico i consumi si riducono del 3,5% in volume e del 12,5% in valore, con performance particolarmente negative per il fresco (-4,8% e -18,4%). Rilevante anche la contrazione degli oli extra vergini di oliva con -10% in quantità e -9% in valore. Per frutta e ortaggi, le variazioni oscillano da -3% della frutta fresca (sia in volume che in valore), a -1,8% degli ortaggi (-2,3% la spesa). Da rilevare l’inversione di tendenza degli ortaggi pronti di IV gamma, scesi del 3,5% su base annua, nonostante siano diminuiti i prezzi medi al consumo (-7,5% la spesa).
Sarà superiore ai 200 euro l’anno l’esborso in più a carico di ogni famiglia italiana: è l’effetto-Iva secondo le stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori. L’aliquota Iva al 22% avrà una ricaduta di 207 euro a famiglia, così suddivisa: +130,43 euro per l’incremento diretto dei prezzi di prodotti a Iva al 22%; +76,58 euro per l’incremento indiretto (compresi i prodotti a Iva al 4% e 10%), dovuto a costi di trasporto, maggiori costi energetici, ritocchi e arrotondamenti.
Shopping più amaro: con l’aumento dell’aliquota Iva, dal 21 al 22%, gran parte dei prodotti rincareranno. Il ritocco dei prezzi riguarderà dalle scarpe ai frigoriferi, dai cosmetici alla parcella degli avvocati, dalle auto ai detersivi, dal vino al caffè. Si salvano invece la maggior parte degli alimentari anche, se con il rincaro dei carburanti (+1,5 cent da oggi proprio a causa dell’aumento dell’Iva), si rischia nei prossimi mesi un effetto di aumenti a cascata.
Prezzi più cari, dunque, per una lunga lista di prodotti. Con l’aumento dell’Iva al 22% ”l’Italia si colloca tra le tassazioni indirette più alte dei Paesi dell’Unione Europea”, afferma la Coop che stima ”un aumento complessivo dello 0,4% sul totale dei beni e servizi commercializzati”. ”A subire l’aggravio più pesante – commenta invece Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – saranno gli acquisti dei prodotti made in Italy che costituiscono l’asse portante del nostro manifatturiero”. (Ansa)