di Bianca Bianco & Nello Lauro
FRANCOLISE – Benvenuto nel castello… del degrado. Il cartello è immaginario, il resto è vero. Tremendamente vero. Eppure ti rapisce lo sguardo e ti sollecita la mente da lontano con la sua imponenza, con la sua forma. E’ il castello normanno di Francolise. Gli storici ne datano la costruzione al IX secolo su commissione addirittura di San Tommano D’Aquino. Un maniero con una storia “importante” che ha ospitato tra gli altri anche Benedetto Caetani diventato poi Papa Bonifacio VIII e Luigi D’Angiò, prima di diventare rifugio di briganti nel 1647. Di quella storia e degli affreschi resta solo la memoria ingiallita, o meglio annerita dall’incedere inesorabile del tempo e dallo sfregio a un patrimonio storico che ha pochi eguali e che da altre parti sarebbe un gioiello da mostrare. L’immagine del maniero dalla strada statale diventa sfocata, sbiadita a ogni metro che passa. Ufficialmente è chiuso per restauro ma per entrare basta spostare una barriera metallica: si capisce già da quello che una volta era il cortile del castello cosa aspettarsi. Erba altissima bruciata dal sole e da qualche buontempone, rifiuti sparsi e di ogni genere per tutto il perimetro esterno della struttura. Bottiglie di plastica, scatole giganti di tonno, bidoni di vernice, materiale di risulta edile, buste sparse di immondizia di “casa” danno il benvenuto nell’edificio medioevale. E quando entri la situazione non migliora di certo: riviste, bottiglie di vino, cassette vuote di pomodori, scarpe e persino la carcassa di un frigorifero testimoniano la presenza umana contemporanea che ha occupato e deturpato la storia millenaria di un simbolo. Le guide scrivono di affreschi e fregi ma a parte un bassorilievo sulla parte bassa della facciata la fortezza è uno scatolone a tre piani vuoto. Dove immagini spade, armature ora annusi solo polvere di storia (e non solo). E persino nelle feritoie della torre merlata trovi una bottiglia di birra nazionale che fa capire in che epoca e in che cultura viviamo. Turisti? Nessuno. Tutto intorno un quartiere indifferente, custode silenzioso e magari complice di un pugno in faccia a Francolise. Le ragioni di questo abbandono le spiega il sindaco Nicola Lanna: “L’edificio attualmente è chiuso ed inagibile. L’ultima tranche di lavori, iniziati nel 2010, è bloccata a causa del fallimento della ditta edile affidataria dei lavori. Una situazione che sta pesando sulle sorti di questo bene, ma che contiamo di sbloccare entro settembre”. Le condizioni di degrado il primo cittadino non le nega: “In passato abbiamo dovuto liberare alcune stanze da un deposito abusivo di merci, oggi facciamo i conti con chi usa quegli ambienti come discarica. Purtroppo fin quando il cantiere non sarà sbloccato non potremo effettuare bonifiche”. Senza bonifiche e con i lavori fermi al palo, il destino della dimora nobiliare appare precario. Una soluzione, spiega Lanna, potrebbero essere le telecamere di sorveglianza. Poi c’è il grande progetto su cui punta l’ente che amministra: “Creare le vie dei castelli. C’è un piano presentato da Francolise con Alife, Calvi Risorta e Rocca D’Evandro. L’unica soluzione possibile per recuperare la storia delle fortezze dell’agro è mettersi in rete”. La Regione, in caso di approvazione, finanzierebbe con 8 milioni di euro, due destinati al castello di Francolise. Un’occasione da non perdere per far riemergere la struttura dal medioevo della civiltà da cui è avvolto.
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